L’Inter ha da poco compiuto 113 anni e ha deciso di festeggiarli presentando il nuovo logo, un simbolo che ne rivoluziona l’identità e che guiderà il rebrand denominato Inter Milano.
Il logo è esattamente quello che era trapelato a inizio febbraio, quindi una semplificazione di quello attuale, nonché di quello disegnato nel 1908 da Giorgio Muggiani, l’artista e designer membro del gruppo di fondazione della F.C. Internazionale. Proprio questo è il punto del restyling nerazzurro, ovvero facilitare la fruizione del proprio brand e del proprio nome a livello mondiale, dato che al momento il concetto di Inter Milan, nome anglofono del club, è spesso motivo di confusione con i cugini rossoneri e con la città in sé. Il logo accompagna infatti l’identità Inter Milano, un nome che dovrebbe definire maggiormente il club oltreconfine senza snaturare l’originale F.C. Internazionale Milano, da sempre e per sempre nome completo della squadra. Il logo è quindi una volontà di trasmettere questo messaggio pur eliminando la F e la C di Football Club dalla propria identità grafica.
La scelta dell’Inter di cambiare totalmente la propria visione necessitava dell’intervento di uno studio grafico di livello come Bureau Borsche, lo studio di Mirko Borsche a Monaco di Baviera, il cui stile sta influenzando l’estetica odierna, specie nel fashion e nel design. Borsche ha lavorato al rebrand di HIGHSNOBIETY, Farfetch, Kickz e Slam Jam, oltre a lavori per BALENCIAGA, Ambush, Apple, Givenchy, Rimowa, Vitra ed esposizioni ad Art Basel e alla Biennale di Venezia. L’estetica di Borsche è minimale e pulita, seppur sempre sperimentale e visibilmente ispirata dall’architettura tedesca. Il logo dell’Inter infatti è stato non solo ripulito di due lettere, ma anche rivisitato nella font: la I e la M sono infatti più slanciate e le grazie a esse collegate vengono ingrandite.
Un logo del genere indica la volontà di provare a fare qualcosa di rottura e di forte stacco con la quotidianità, senza per forza dimenticare la tradizione. Le scelte di Borsche sono violente e distruttive ma talvolta non è sostenibile a lungo tempo, dato che parliamo di un immaginario potente solo se si lega a un certo linguaggio, sia dal punto di vista cromatico che di cornice. Tutto il reparto interno di comunicazione dovrà quindi cambiare impostazione ed entrare in un nuovo mondo, una cosa certamente non facile se pensiamo quanto il logo potrebbe perdere di efficacia se associato anche solamente a colori diversi rispetto a quelli per cui è stato pensato.
La nuova era dell’Inter è cominciata.