Le immagini più belle di Euro 2020

30 giorni, 24 squadre partecipanti, 11 città coinvolte, 51 incontri, 142 gol e 1 sola vincitrice: la Nazionale Italiana. Euro 2020 ha emesso il suo ultimo verdetto, quello che tutti speravamo sin dall’inizio del torneo e che si è materializzato piano piano, partita dopo partita. È stato sicuramente l’Europeo del Rinascimento azzurro e della consacrazione del gruppo costruito negli ultimi tre anni da Roberto Mancini, che ha concluso la competizione da imbattuto, ma è stato un concentrato di storie, partite ed emozioni che ha riguardato tutte le selezioni. Prima di chiudere definitivamente la parentesi di questo mese vissuto così intensamente abbiamo deciso di rivivere i momenti più importanti di Euro 2020 attraverso le immagini più significative.

11 giugno, Stadio Olimpico di Roma, un anno dopo la data inizialmente prevista Italia e Turchia giocano la partita inaugurale di Euro 2020, con 15.900 spettatori sugli spalti.

Probabilmente siamo stati i migliori sul campo dal punto di vista tecnico, forse lo siamo stati anche dal punto di vista estetico: merito degli outfit di Gianluca Vialli, Alberico Evani, Lele Oriali e Roberto Mancini disegnati da Giorgio Armani che hanno avuto un successo clamoroso soprattutto all’estero.

Questa immagine ci ricorda due cose: una è che la Nazionale del Galles ha un modo tutto suo di schierare il suo undici titolare, l’altra è che si sono giocati quattro match all’Olympic Stadium di Baku.

È solamente la terza partita di Euro 2020 quando Christian Eriksen cade al suolo colpito da un malore, sul finire del primo tempo di Danimarca-Finlandia. Il gesto istintivo dei compagni di squadra in cerchio che, terrorizzati, provano a nascondere dalle telecamere le fasi di rianimazione è un’immagine che ancora oggi mette i brividi.

Il ceco Patrick Schick è stato una delle rivelazioni di Euro 2020 grazie ai suoi 5 gol segnati. Uno di questi, quello segnato da 49,7 metri contro la Scozia, è stato nettamente il più bello dell’intero torneo. E guardarlo da questa prospettiva fa ancora più impressione.

Inghilterra-Scozia era senza dubbio una delle partite più attese di tutto l’Europeo e la gara disputata sotto la pioggia di Wembley non ha tradito le aspettative, nonostante lo 0-0 finale.

L’Ungheria allenata dall’italiano Marco Rossi ha giocato un Europeo sopra le aspettative, anche per merito della spinta della Puskás Aréna, l’unico impianto in cui la capienza era consentita al 100%. Qui i calciatori di casa festeggiano l’1-1 contro la Francia.

Euro 2020 per Roberto Mancini è stato praticamente perfetto, anche quando c’era da stoppare un pallone col tacco.

L’esultanza di Mikkel Damsgaard dopo il gol contro la Russia: quello del danese è un gol doppiamente storico perché il primo segnato da un calciatore nato negli anni 2000. Il record del calciatore della Sampdoria, che poi segnerà anche un’altra rete molto bella contro l’Inghilterra, verrà poi condiviso anche con lo spagnolo Ferran Torres, in gol contro Slovacchia e Croazia.

Non è stato l’Europeo della Germania, ma questa esultanza rimarrà comunque tra i ricordi più vividi: Leon Goretzka segna a una manciata di minuti dalla fine il gol del 2-2 contro l’Ungheria e va a festeggiare in faccia ai tifosi avversari che lo avevano offeso sin dal suo ingresso in campo mimando un cuore.

Ogni Europeo ha le sue sliding doors: il gol di Marko Arnautovic poi annullato per qualche centimetro di fuorigioco. Il minuto 64 di Italia-Austria ne è un esempio.

È stato indubbiamente l’Europeo degli autogol, undici. Tre di questi sono ad opera di portieri (il polacco Szczęsny, il finlandese Hradecky e lo slovacco Martin Dúbravka) mentre il più clamoroso è probabilmente quello attribuito allo spagnolo Pedri con la grossa complicità di Unai Simon che in foto, nel primo tempo di Croazia-Spagna, si copre il viso per la vergogna.

Euro 2020 e il Black Lives Matter: se n’è parlato tantissimo. Qui Romelu Lukaku, Axel Witsel e Renato Sanches durante Belgio-Portogallo.

28 giugno, Arena Națională di Bucarest, dopo una partita rocambolesca la Svizzera riesce ad eliminare i grandi favoriti della Francia ai calci di rigore. Decisiva la parata di Yann Sommer su Kylian Mbappé, che finisce Euro 2020 con zero gol all’attivo.

Lorenzo Insigne ha appena fatto partire il tiraggir che si insaccherà alle spalle di Thibaut Courtois: è uno dei due gol che permette all’Italia di battere il Belgio a Monaco di Baviera e di approdare alle semifinali.

Déjà-vu: dopo il gol contro l’Austria Federico Chiesa ha segnato pure contro la Spagna, sempre a Wembley, e sempre nella stessa porta. E ovviamente festeggiando nello stesso modo.

Si chiama Pedro González López, sulla maglia ha scritto semplicemente Pedri, è nato nel 2002 e ha giocato tutte le partite della Spagna venendo sostituto solamente una volta a due minuti dal 120esimo: con pieno merito è lui il Young Player of the Tournament.

L’Europeo di Cristiano Ronaldo è durato appena quattro partite, che sono comunque bastate per permettergli di vincere il premio di miglior marcatore con cinque reti (le stesse di Patrick Schick, anche se tre su calcio di rigore) e di scrivere altri incredibili record personali.

Il terzino danese dell’Atalanta Joakim Mæhle ha giocato un Europeo spaventoso: due gol e un assist di esterno davvero stupendo, forse il più bello di tutta la competizione. Ah, a proposito di assist: quello che ne ha sfornati di più è stato lo svizzero Stevan Zuber, e precisamente quattro.

Giorgio Chiellini scherza con Jordi Alba prima della sequenza di calci di rigore, “con la tranquillità di chi sa che prima di tirare lui tira pure Chicco Evani”.

Il primo pensiero di Lorenzo Insigne dopo la vittoria contro la Spagna in semifinale: dedicare il passaggio del turno all’infortunato Leonardo Spinazzola.

Anche in finale Giorgio Chiellini è stato tra gli assoluti protagonisti: qui è quando ha fermato un velocissimo Bukayo Saka nei tempi supplementari, un’immagine che è già un meme.

Jordan Pickford ha parato due rigori dei cinque tirati dagli azzurri, ma è costretto a guardarli festeggiare proprio a pochi passi dopo l’errore di Bukayo Saka.

Il momento definitivo in cui viene inciso per sempre il nome del vincitore sulla coppa, quella che l’Italia aveva solamente sfiorato nel 2000 e nel 2012.

La stessa coppa che Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci hanno difeso fino al suo arrivo in Italia.