La stagione calcistica 2021/2022 non è ancora iniziata del tutto, eccezion fatta per le amichevoli estive e i primi turni preliminari delle coppe europee, ma abbiamo già avuto modo di conoscere quasi tutti i kit che verranno indossati prossimamente. In attesa di vedere le nuove maglie indossate così da poterle giudicare per bene, o perché no, ammirarle, abbiamo già individuato i maggiori trend che riguardano le novità dell’estate 2021: oltre al ricorrente ricorso al total black, un filone di cui avevamo già parlato ampiamente qui e che si è arricchito con le uscite di Hull City e West Bromwich, la tendenza che ha veramente spopolato in tutta Europa è stata senza dubbio quella delle maglie gessate.
Le pinstripes sulla maglia non possono certo considerarsi una novità estetica, anzi, ma è stato impossibile non accorgersi di quanto siano state predominanti in tantissime release recenti: non per un anniversario o per qualche motivo particolare in realtà, ma semplicemente come succede spesso con le mode che si ripetono in maniera ciclica. Non si tratta infatti di una peculiarità che riguarda un campionato o un Paese specifico, anche se la diffusione maggiore riguarda la Germania (St. Pauli, Darmstadt) e la Gran Bretagna (Aston Villa, Fulham, Stoke City, Celtic e moltissime squadre scozzesi); e neanche dell’idea di un singolo fornitore tecnico. Fa specie però – anche se l’utilizzo dei template standard è un fenomeno al quale ci siamo abituati da tempo, soprattutto con i big brand – notare come Siviglia, Bochum e Birmingham City giocheranno con una maglia identica, che differisce solamente per i colori di base.
La maglia gessata ha avuto una grande diffusione nel panorama calcistico a partire dagli anni ’80, soprattutto nel panorama britannico, e ha indissolubilmente legato la propria fortuna a quella di alcuni club di successo come il Liverpool che alzò al cielo di Roma la Coppa dei Campioni nel 1984 con uno storico kit Umbro. Ma già due anni prima le maglie gessate erano state protagoniste dei Mondiali in Spagna grazie ai design adidas che accomunavano Francia e Unione Sovietica. La caratteristica principale è sempre dipesa dalla larghezza delle righe verticali, spesse non più di un centimetro, il vero segreto della loro eleganza. Ma più che nel calcio, le pinstripes sono state un grandissimo tratto distintivo di alcune franchigie statunitensi: in MLB hanno debuttato sulle casacche dei Chicago Cubs a inizio Novecento e sono diventate iconiche su quelle dei New York Yankees; in NBA invece hanno per anni accompagnato i trionfi dei Chicago Bulls e Orlando Magic, che le adoperano ancora oggi.
Negli ultimi anni il gessato è spesso tornato grazie ad alcuni remake e omaggi retro (come il kit del Liverpool di New Balance ispirato proprio al glorioso passato dei Reds), mentre a volte si è trattato di esperimenti, talvolta tentativi mal digeriti dai tifosi: due esempi sono la maglia adidas della Nazionale spagnola impegnata nella Coppa del Mondo nel 2006 ma soprattutto il completo Nike dell’Inter che fece infuriare i più conservatori, stagione 2014/2015. Il brand americano negli ultimi anni ha comunque continuato a utilizzare parecchio le pinstripes, adottate dal Paris Saint-Germain, più volte dall’Arsenal, dalla Nazionale USA e in tempi più recenti dall’Eintracht Francoforte e dal Brighton.
Oltre alle tradizionali righe sottili verticali (peccato non aver potuto osservare la maglia away della Svezia ad Euro 2020, mai indossata) durante le ultime settimane le squadre più blasonate hanno sfoggiato una serie di modelli simili che vanno comunque considerate: la Roma vestirà una maglia con delle linee tono su tono quasi impercettibili; la Juventus invece ha presentato un kit a righe spezzettate inedito almeno quanto quello del Liverpool, la cui nuova divisa home presenta delle pinstripes oblique; per il suo kit da trasferta, invece, il Chelsea invece ha scelto le righe orizzontali, altra grande versione di gessato molto ricorrente nell’industria delle maglie, vedi la maglia away della Germania agli Europei appena conclusi.