Che Instagram e TikTok siano pozzi neri per l’insicurezza e la gelosia, bolle dove è possibile avere accesso alle vite di innumerevoli individui, guardare con invidia le loro relazioni, esperienze di viaggio e routine quotidiane, è ormai cosa nota da parecchio tempo.
Oggi però c’è un’altra piattaforma, spesso trascurata, che innesca altrettanti sentimenti di invidia, ed è LinkedIn. Il Times l’ha recentemente descritto come «il colosso impareggiabile dell’inadeguatezza digitale».
Lanciato ufficialmente nel 2003, era nato essenzialmente come piattaforma gratuita per cercare lavoro. Uno strumento di networking, anche piuttosto nerd. Negli ultimi anni si è però trasformato in qualcos’altro. Un qualcosa di cui la Gen Z sembra andare pazza.
Tra frasi motivazionali, influencer del lavoro, post alla “buongiornissimo! Caffè?” carichi di retorica e routine della produttività confezionate come lezioni di business, scorrere la piattaforma oggi somiglia a una gara continua fra chi ha e chi non ha una brillante carriera in ascesa nel proprio settore di riferimento. Ci si aggira fra la compagna del liceo che lavora per Facebook (in tirocinio) e annunci che chiedono candidati tra i 25 e i 30 anni con almeno 10 anni di esperienza (per un’esperienza di stage). Un luogo dove tutti sembrano lavorare “for the passion, for the drive and for the challenge”, in cui la didascalia di maggior successo sembra suonare simile a “Surround yourself with inspiring people” e dove anche un post su una veduta notturna del Duomo o un viaggio in Thailandia sembra ricevere centinaia di commenti di congratulazioni e profonde riflessioni.
Per non parlare del fatto che, proprio come su qualsiasi altro sito social, gli utenti mentono anche su LinkedIn. Per questo, al contrario delle promozioni, insuccessi, licenziamenti o stage sottopagati non compaiono mai nel feed.
Il cringe che ormai da tempo domina LinkedIn sembra essere un fattore così tanto centrale nella piattaforma, al punto che una persona ha creato un generatore di intelligenza artificiale per i post, con il livello di cringe determinato dal singolo utente.
Qualcuno la assimila sempre più a un’app di incontri, proprio per la sua funzione di confrontare il tuo profilo con quello di altre persone potenzialmente simili. Un confronto non così inverosimile, se si guarda a un sondaggio del marzo 2024 che ha rilevato che un gran numero di persone ha ottenuto appuntamenti tramite LinkedIn – e alcuni addirittura lo hanno preferito ai siti di incontri.
Su Reddit il forum r/LinkedInLunatics (“pazzoidi di LinkedIn”) prende in giro i post più insopportabili e imbarazzanti della piattaforma ed è seguito da 237 mila persone.
Su Twitter, invece, c’è StateOfLinkedin, un profilo da 238 mila follower che raccoglie gli screenshot delle cose più assurde trovate su LinkedIn, tra persone che descrivono nel dettaglio aneddoti che molto probabilmente non sono mai accaduti e imprenditori che usano toni patetici per parlare della difficoltà del loro lavoro.
Nonostante quanto si legge sulla piattaforma, sempre più persone dicono di odiare il proprio lavoro. Oltre a ciò, sebbene quando si discute di come i social media influenzano la salute mentale LinkedIn viene spesso lasciato fuori dalla conversazione, le giovani generazioni stanno scoprendo che ha un impatto su di loro addirittura più di Instagram.
Se Instagram è infatti il luogo dove andare a vedere che tutti si divertono più di noi, LinkedIn è dove vedere che tutti hanno più successo di noi. Ecco perché lo visitiamo quasi ogni singolo giorno.


