Nike Hiking e la nascita della linea ACG

Complice la recente release della Nike Dunk SB “ACG”, realizzata con l’iconica colorway delle Air Terra ACG del 1991, nelle ultime settimane in molti hanno rivolto la loro attenzione ai primi anni della linea outdoor dello Swoosh.

L’inizio degli anni ’90 vengono ricordati ancora oggi da collezionisti e appassionati come uno dei momenti migliori per Nike in ambito outdoor, la perfetta espressione di un approccio “no nonsense” che ha permesso al marchio di Beaverton di competere alla pari con alcuni dei più affermati marchi del settore.

La linea Nike ACG fece il suo debutto ufficiale nel 1989, con la presentazione della versione outdoor della Pegasus 89 e di una linea di abbigliamento tecnico con nomi ispirati da alcune delle più famose cime del mondo. Al momento dell’arrivo di ACG, però, Nike aveva già a catalogo scarpe e abbigliamento outdoor da quasi un decennio, il tutto distribuito come parte della linea Nike Hiking.

I primi modelli di scarpe outdoor furono lanciati da Nike nel 1980: quell’anno nel catalogo fecero la loro prima apparizione Lava Dome, Magma e Aproach, la prima calzatura prodotta da Nike con un lining in Gore-Tex. I tre modelli furono presentati al pubblico con una stupenda pubblicità passata alla storia, in cui lo Swoosh racconta come “qualcuno non fosse intenzionato ad aspettare i loro hiking boot”, accompagnando un’approfondita descrizione di Magma, Aproach e Lava Dome a una celebre foto di Rick Ridgeway e John Roskelley al Campo Base della loro spedizione sul K2 del 1978, in cui entrambi gli alpinisti indossano delle Nike LDV martoriate dalle escursioni.

Secondo la storia raccontata da Nike, fu proprio la foto in questione a convincere il team di sviluppo a realizzare dei nuovi modelli da trekking applicando le nuove tecnologie utilizzate alla fine degli anni ’70 per le scarpe da running. Come detto, Ridgeway e Roskelley nella loro foto scattata sul K2 indossano delle Nike LDV, presentate nel 1977 con il nome di LD-1000V prima di cambiare definitivamente nome l’anno successivo. La LDV fu inserita nel catalogo Nike come scarpa per la corsa su lunghe distanze, ma grazie al suo eccezionale cushioning e al particolare pattern della suola Waffle divenne rapidamente celebre anche tra chi praticava la corsa su sterrato.

La vera storia dell’arrivo di una Nike LDV sull’Himalaya è, forse, meno poetica ma rappresenta al meglio l’intraprendenza di Nike alla fine degli anni ’70. Nonostante fosse presente da meno di dieci anni, nel 1978 Nike aveva già conquistato il 50% del mercato delle calzature sportive negli Stati Uniti e, di lì a pochi mesi, sarebbe stato quotato in borsa per la prima volta. Per dare meglio l’idea del periodo, la Tailwind, la prima scarpa Nike con tecnologia Air, sarebbe stata presentata soltanto l’anno successivo durante la maratona di Honolulu.

È in questo contesto che Nike prova ad allargare i propri orizzonti cercando settori dello sport in cui la concorrenza è meno forte per imporsi come leader di mercato. Nel tentativo di conquistare il trail running e l’outdoor alla fine degli anni ’70, Nike sponsorizzò diverse corse e spedizioni, arrivando anche a inviare del materiale promozionale a diversi alpinisti tra cui, appunto, Ridgeway e Roskelley in procinto di partire per il K2, la seconda montagna più alta del mondo. Nel suo libro “The last step: the american ascent of K2” Roskelley racconta che Nike fece una donazione per supportare il loro progetto (circa $10.000) e pubblicò una pubblicità su diversi magazine nazionali per raccogliere altri fondi per la spedizione.

Oltre alla celebre foto al campo base utilizzata per la pubblicità del 1980, le Nike LDV appaiono anche in un secondo scatto del 1980 sul Makalu, nel tratto di Himalaya tra Nepal e Tibet. Questa volta, oltre a Roskelley nella foto appaiono anche Jim States, Chris Copzynski e Kim Momb. Con un team tutto proveniente da Spokane, nello stato di Washington, quella guidata da Roskelley sarebbe diventata la prima spedizione statunitense a raggiungere con successo la cima della quinta montagna più alta del mondo attraverso la via Pillar sulla parete ovest, senza portatori Sherpa e senza ossigeno.

Rick Ridgeway, uno dei due alpinisti immortalati nella pubblicità Nike del 1980, oggi è il responsabile per le iniziative ambientali di Patagonia, ruolo che ricopre dal 2004. Nel 2018, con un post sul suo profilo Instagram, ha voluto ricordare l’impresa cui ha partecipato nel 1978 e la pubblicità di cui è stato protagonista nel 1980 non risparmiando, però, una velata critica a Nike. Ridgeway, infatti, ha raccontato come Nike avesse fornito a lui e al collega Roskelley delle scarpe da utilizzare nel trekking fino al Campo Base, in cambio di preziosi appunti utilizzati da Nike per realizzare le sue prime scarpe da trekking, portando anche all’introduzione di membrane impermeabili come il Gore-Tex nel mondo del trail running. La ricompensa per il lavoro svolto da Ridgeway e Roskelley? Una felpa Nike, forse un po’ poco per il loro contributo.

La linea Hiking di Nike riscosse un enorme successo negli anni ’80, spingendo Nike alla creazione di un catalogo dedicato all’inizio degli anni ’90, con la nascita di Nike ACG. All Condition Gear non conquistò soltanto gli atleti e gli amanti del trail running, ma finì anche ai pedi di molte celebrità: da Raekwon the Chef a Jerry Seinfeld e Robin Williams.

Grazie all’importante contributo di grandi designer come Tinker Hatfield, Sergio Lozano, Peter Fogg e Steve McDonald (una delle figure più importanti dietro alla creazione di Nike Considered), Nike ACG è stata per oltre vent’anni una delle linee più innovative e premiate di Nike.

Non sarà quindi la magica poesia raccontata dallo Swoosh nella sua pubblicità, ma la nascita della linea Hiking rimane ancora oggi un punto fondamentale nell’evoluzione di Nike. Una scelta di cui ancora oggi possiamo vedere gli effetti.

Foto
Nike, Gwarizm, Lightning Magazine, The Spokesman Review