“Ouverture Of Something That Never Ended”, la miniserie di Gucci episodio per episodio

A inizio mese, dopo aver concluso il filone narrativo cominciato con la sfilata autunno/inverno 2020, Gucci ci ha annunciato quello che sarebbe stato il prossimo storytelling a cui avremmo assistito.

Libero dalla vecchia nozione della stagionalità, il direttore creativo Alessandro Michele ha scelto di restare fedele esclusivamente alla propria creatività, lasciandosi trasportare dalla gioia di una narrazione indipendente che risponde soltanto alla propria vocazione espressiva, mescolando regole e generi e servendosi di nuove forme di comunicazione.

L’inizio di questo nuovo percorso è segnato dall’inaugurazione del GucciFest, un inedito festival digitale che ha lo scopo di unire cinema e moda in un’unica mescolanza di ispirazioni. Per una settimana, quindi, su YouTube FashionWeibo, il canale YouTube di Gucci e sul sito dedicato GucciFest.com la maison presenterà in una miniserie suddivisa in sette episodi la sua nuova collezione, alternando dei cortometraggi realizzati da quindici stilisti indipendenti che hanno la possibilità di dimostrare il loro talento attraverso un mezzo stimolante.

Nelle puntate di cui si compone questa novità firmata Gucci, il regista Gus Van Sant, assieme ad Alessandro Michele, ha ritratto l’attrice, artista e performer Silvia Calderoni in una surreale routine ambientata a Roma mentre si interfaccia con alcuni dei volti più vicini al brand, da Harry Styles a Billie Eilish.

Sono ossessionato dal rapporto tra realtà e finzione. Silvia è un’artista eccezionale, non sarebbe stato possibile realizzare la serie senza di lei. Quando Gus l’ha conosciuta, ha subito visto in lei doti uniche di interprete e performer.

Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci

Si tratta dunque di un format assolutamente originale che, nonostante si allontani dalle tradizionali presentazioni alle varie Fashion Week, rimane ancorato a quella che è l’essenza della moda. In tutto questo infatti le creazioni per la nuova stagione vivono in un vortice di espressione e creatività con continui riferimenti al passato.

Il titolo del contenuto è “Ouverture Of Something That Never Ended” e come si può facilmente intuire riflette un pensiero che si lega alla durata nel tempo di un prodotto e quindi risponde alla tendenza che in seguito alla pandemia si è andata affermando, ovvero quella di valorizzare i capi destinati a durare a lungo. Non a caso, assieme alle nuove proposte, nella line up di articoli troviamo alcuni autentici pezzi d’archivio tratti dalle collezioni degli ultimi cinque anni e segnati da un’etichetta rossa ricamata con la scritta “Something That Never Ended”.

Qui di seguito andremo ad analizzare giorno dopo giorno ogni singolo episodio.

Episodio 1: “At Home”


L’episodio che inaugura la serie si apre con la protagonista Silvia Calderoni, mentre si sveglia nel suo appartamento romano in un’ambientazione tipica dei primi anni del XX secolo. Mentre comincia la sua routine giornaliera, Silvia viene attratta dalle note di una band che improvvisa brani di Jamison Baken e ben presto comincia a fare degli esercizi fisici accompagnata dalla voce di Paul B. Preciado, che in televisione parla delle classificazioni sociali di sesso, genere e sessualità. 

Dopo l’apparizione di una tuta in tulle trasparente e biancheria intima con motivo GG ricamato, compare il primo outfit, un abito ispirato agli anni Settanta in tonalità pastello impreziosito da cristalli con un cappellino coordinato. Dopodiché l’attrice si sposta verso la cassetta della posta, dove trova accumulati gli inviti alle sfilate di Gucci degli ultimi cinque anni, ma li ignora, probabilmente per dimostrare come la classica formula del défilé sia qualcosa di ormai sorpassato. Un’ulteriore conferma di questo pensiero arriva da una scena in cui l’attrice getta un vestito del 2015 dal balcone di casa sulle note di “Therefore I Am” di Billie Eilish e rimane affascinata da un gruppo di giovani per strada. Tuttavia il sogno si interrompe con la visita di un amico e nel frattempo si vede l’ultimo look, composto da un dolcevita abbinato a sandali in pelle argento e pantaloni con etichetta all’altezza della caviglia ricamata con la parola “Eschatology”.

Episodio 2: “At The Café”


Nel secondo episodio Silvia Calderoni esce di casa per recarsi al bar di quartiere e lo fa con indosso una t-shirt in cui spicca la frase “L’Aveugle Par Amour”, accompagnata dalla stampa #1921 (riferimento all’anno di fondazione di Gucci), abbinata alla borsa con manici in bambù ispirata a un modello creato da Guccio Gucci.

Una volta arrivata al café, la protagonista incontra la sua amica Arlo Parks, che troviamo vestita di una felpa con cappuccio, pantaloni in cotone, tunica stampata, borsa Jackie 1961 a tracolla e sneaker Gucci Basket. Le due cominciano a instaurare un dialogo surreale e si rendono conto di essere circondate da uno scenario sinistro, in cui diverse persone caratterizzate da un look vintage parlano tra di loro.

La cantautrice abbandona il locale per partire alla volta di un tour della città a bordo di una Citroën Dyane d’epoca in compagnia di un gruppo di ragazzi che sfoggiano alcuni capi MX, linea ideata in nome dell’estetica genderless che rispetta l’uguaglianza di genere.

Nel frattempo Silvia rimane lì e si sposta verso il bagno, dove incontra un ragazzo intento a passarsi sulle labbra il rossetto Gucci Beauty Rouge à Lèvres Satin in tonalità Goldie Red. Proprio in quel momento scopre di essere alle porte di un teatro nascosto dalle pareti in boiserie che anticipa quello che sarà il tema di una prossima puntata.

Episodio 3: “At The Post Office”


Con un salto temporale, nel terzo episodio della serie troviamo Silvia Calderoni in un ufficio postale mentre scrive una misteriosa lettera a qualcuno con indosso un look maschile composto da shorts in denim e da una camicia a righe a maniche corte con patch cavolfiore e la scritta “mon petit chou”. Questa frase la ritroveremo ancora sulla camicia di Achille Bonito Oliva, protagonista di uno scenario dal sapore vintage in cui compaiono diversi personaggi intenti a dialogare tra di loro sfoggiando outfit rivisitati tratti dalla prima sfilata donna di Alessandro Michele per Gucci, quella autunno/inverno 2015.

Il critico d’arte italiano sta parlando al telefono con Harry Styles, che vediamo con una t-shirt rosa caratterizzata dalla scritta “Gucci Loves Pink Eschatology 1921” sul davanti e “25” sul retro. Il discorso tra i due affronta temi molto introspettivi come la situazione attuale e la cultura, ma forse la frase che rimane di più è: “La moda veste l’umanità, l’arte la mette a nudo.”.

Inoltre, in questo capitolo è molto evidente uno speciale focus sulle calzature, con la presentazione di alcuni modelli come décolleté aperte con fibbie rettangolari oversize, sneakers alte con dettagli fluo Gucci Basket e sandali da uomo con morsetto indossati con le calze, sulle quali vi è impresso lo stemma Chatsworth, residenza signorile che ha un legame speciale con la maison, poiché è stata scelta per fare da location alla campagna Cruise 2017.

Episodio 4: “The Theatre”


Dopo la parentesi all’ufficio postale, ci ritroviamo a teatro, laddove eravamo rimasti nel finale del secondo episodio. Silvia Calderoni però non indossa lo stesso outfit dell’altra volta, ma si presenta con un look totalmente ricoperto da paillettes mentre effettua degli esercizi di riscaldamento con l’aiuto del celebre attore e drammaturgo Jeremy O. Harris, il quale vediamo sfoggiare una giacca cardigan oversize in tweed, una camicia in cotone a righe con patch a forma di gatto e ricamo Gucci, dei jeans in denim organico délavé con trattamento eco blu ed etichetta “Eschatology” e la borsa Jackie 1961.

Parallelamente, nel dietro le quinte troviamo la coreografa e ballerina Sasha Waltz, vestita di una camicetta di seta, pantaloni di lana rossi e slipper Princetown foderate in lana. Waltz è assieme alla sua compagnia durante la loro preparazione, quando improvvisamente compare all’interno di un armadietto il misterioso volantino che ci accompagna dall’inizio della serie. Dopodiché lo scenario si sposta sul palco e il confine tra realtà e finzione si assottiglia sempre di più, coinvolgendo il pubblico in uno spettacolo improvvisato che simboleggia un sentimento di vicinanza, intimità e attenzione.

In tutto questo, le note del brano orchestrale Boléro di Ravel, si fanno sentire sempre più forte, riportandoci alla mente la sfilata “The Ritual”.

Episodio 5: “The Neighbours”


Un ritratto intimo di quotidianità. È questo lo scenario in cui Gucci ci vuole far immergere nel quinto episodio di “Ouverture Of Something That Never Ended”, la miniserie creata da Alessandro Michele e Gus Van Sant per presentare la nuova collezione della maison. Con “The Neighbours”, il brand ci invita a diventare degli osservatori indiscreti per essere testimoni di una magica routine che avviene in un condominio assieme a Silvia Calderoni, che in questo caso vediamo vestita di un abito in chiffon nero trasparente con dettagli in pizzo impreziosito da un fiore bianco.

Vediamo una donna e un uomo seduti sul balcone che leggono una poesia ad alta voce, l’artista Ariana Papademetropoulos mentre inaffia i fiori e dipinge un nuovo quadro dondolando su un’altalena ricoperta di ghirlande con il suo vestito a maniche lunghe in seta, il designer Darius Khonsary intento ad appendere delle parrucche su uno stendino, o ancora, una rock band che con le sue note suscita le lamentele di un’altra ospite del palazzo, la quale sfoggia un tre-pezzi sartoriale verde con motivo GG in lamè argento. La scena clue raffigura però una ragazza in vasca da bagno mentre guarda la televisione, che in quel momento trasmette il nuovo video musicale di Billie Eilish diretto dal leggendario Harmony Korine. Nell’inedita clip del singolo “Therefore I Am”, la cantante, in compagnia di Spot, il “cane” robotico prodotto da Boston Dynamics, indossa un look maschile composto da un basco con disegno floreale, pantaloni rossi e una felpa che riporta il numero 25, l’anno 1921 e la scritta “Eschatology”, riferimento alla dottrina che esplora il destino ultimo dell’umanità e dell’universo.

Episodio 6: “At The Vintage Shop” 


Nella nuova visione di Gucci, libera da ogni vincolo di stagionalità, passato e presente vivono assieme in un dialogo continuo di influenze e citazioni. Il sesto capitolo della miniserie “Ouverture Of Something That Never Ended” è probabilmente quello che riesce a esprimere al meglio questo concetto, poiché ambientato in un negozio vintage di Roma dove vediamo esposti capi provenienti dalle collezioni degli ultimi cinque anni di Alessandro Michele per la maison. Colpita da un gesto di quasi nostalgia, la protagonista Silvia Calderoni entra dunque nello store con indosso una t-shirt caratterizzata dalle scritte “Eschatology”, “1921” e “25”, shorts in eco denim délavé e borsa tote in pelle marrone con manici in bambù, cinturini in pelle giallo fluo e dettaglio GG.

Al suo interno l’attrice prova diversi occhiali della nuova linea Gucci Eyewear, ma non è la sola: nei camerini vediamo infatti una ragazza in gonna azzurra e girocollo con ricami che prova un abito da sera nero di paillettes con dettagli a forma di cuore e guanti con ruches di tulle; un ragazzo che passa da un paio di jeans con risvolto e cappotto rosso a quadri a una camicia in seta rossa, cappello a cloche e pantaloni color cammello; e un altro cliente con una camicia bianca di pizzo.

Improvvisamente però, compare Florence Welch con un abito plissé marrone e avorio con maniche arricciate, cappello in feltro, borsa a spalla Horsebit 1955 in paglia e diversi anelli, la quale si aggira scrivendo poesie che vengono infilate un po’ ovunque, attirando l’interesse delle persone.

Episodio 7: “A Nightly Walk”


Cala la notte e il cerchio si chiude. Silvia Calderoni raggiunge un condominio esibendo un look maschile composto da un completo tre pezzi con gilet color cammello, camicia in seta rosa, cravatta in seta marrone, occhiali con catena dorata, un orecchino singolo in argento a forma di croce con monogramma GG incastonato e una trousse con motivo GG. Suona il campanello che riporta il nome Archie, omaggio al cane di Andy Warhol. Inizialmente non risponde nessuno, perché l’ospite della casa, interpretato dal cantante e attore Lu Han, il quale indossa una camicia di seta con colletto abbottonato e spalline, pantaloni da jogging e occhiali da sole ovali con lenti colorate, è occupato nell’atto di stirare un abito dell’autunno/inverno 2015. Nel frattempo, dal palazzo escono una serie di personaggi tra cui un apprezzatissimo cameo di Gus Van Sant, vestito di un completo a quadri grandi con etichetta Eschatology. Finalmente l’inquilino risponde e tra lui e Silvia comincia un dialogo poetico.

Dopodiché la protagonista si imbatte in un viaggio a bordo di uno scooter, toccando alcuni luoghi turistici di Roma come il Teatro Marcello, il Palatino, Piazza Mincio, Corso Vittorio Emanuele, Piazza della Repubblica, la Piramide Cestia e Castel Sant’Angelo. Il giro è giunto alla fine e ci ritroviamo al capolinea, dove assieme al misterioso volantino, che si rivela essere una citazione tratta da “In A Manner Of Speaking” dei Tuxedomoon, ci imbattiamo davanti a una porta, la quale si apre svelando un segreto: è tutta una finzione, proprio come in “The Truman Show”, o forse sarebbe meglio dire un sogno, degno di David Lynch e il suo “Mulholland Drive”.

Foto di
Paige Powell