Parola d’ordine: trasmutazione. Prada si apre a nuovi orizzonti con la collezione donna per l’autunno/inverno 2021, la perfetta estensione dei concetti affrontati durante la sfilata maschile dello scorso mese.
La location è la stessa: un non-luogo fatto di pelliccia e marmo, dove l’architettura esprime le emozioni e le contraddizioni che compaiono sui capi. Bello e brutto si annullano a vicenda, eleganza e funzionalità convivono tra semplice e complesso. L’attrazione dei poli opposti portata avanti dalla maison continua ad essere al centro dell’attenzione, anche con l’arrivo di Raf Simons alla direzione artistica, che ne rimane affascinato e fa di questi valori il suo fondamento.
Evoluzione e cambiamento sono i due elementi cardine da cui partire in un momento storico in cui l’uomo deve affrontare le avversità del mondo. Spazio dunque al rinnovamento, che parte da look genderless e arriva ai classici della femminilità rivisitati. Stampe optical che confondono le idee, tailleur geometrici utilizzati come layering e faux-fur dai colori accesi compaiono frequentemente, alternati dall’uniforme in nylon e dal long john, che sembra essere già la tendenza del prossimo anno.
In questa collezione abbiamo giocato con l’idea di classico, sovvertendolo, trasmutandolo. La parola “classico” mi piace perché indica qualcosa che è davvero rilevante per le persone, per la vita. Questo è ciò che amo veramente della moda.
Miuccia Prada
Anche questa volta lo show è stato seguito da un dibattito in cui i due direttori creativi hanno affrontato diversi temi legati alla linea, soffermandosi sulle ispirazioni in tempo di pandemia, sulla cultura, sull’intelligenza, sull’arte e sul design. Tra gli ospiti questa volta spiccavano Hunter Schafer, l’attrice co-protagonista dell’acclamata serie “Euphoria”, e Marc Jacobs, il quale alla domanda “che cos’è secondo te la Pradaness?” risponde riassumendo definitivamente il tutto con: “Non ridere Mrs. Prada, la Pradaness sei tu!“.