Il debutto maschile di Raf Simons per Prada

Il rapporto tra Raf Simons e Miuccia Prada si rafforza con il debutto della loro prima collezione maschile disegnata a quattro mani. Nella recente intervista al The New York Times i due creativi avevano annunciato che per l’autunno/inverno 2021 l’uomo vestirà come la donna della primavera/estate, ma si differenzierà per l’atteggiamento più emozionante, sensuale e ancor di più reso all’essenza. In parte le dichiarazioni si sono avverate, ma meno di quanto si potesse predire, perché da due menti così l’effetto imprevedibilità è quasi una costante fissa.

L’animo concettuale si esprime a 360º, non solo per quanto riguarda i look, ma anche per la location, un susseguirsi di stanze che rappresentano un non-luogo dove l’accostamento tra materiali duri e freddi come il marmo viene spezzato da insolite pareti morbide, accoglienti e coloratissime, simbologia di uno stato emotivo contrastante proprio come quello che la maggior parte delle persone sta vivendo ora.

Le contraddizioni sono forse l’elemento più esplicito della sfilata digitale, a partire dai colori: tinte pastello, motivi geometrici e tonalità scure che si sovrappongono in un layering studiato a pennello. Il contrasto si palesa anche dall’abbinamento di tessuti che esprimono l’elemento chiave della tattilità. Rigida pelle, morbida lana, nylon e fibre tecniche si avvicinano perfettamente tra cappotti e bomber oversize con sotto dolcevita finissimi e persino un più che inaspettato long john. Proprio quest’ultimo capo ha attirato maggiormente l’attenzione, tanto che se n’è parlato durante il dibattito post-défilé con alcuni studenti provenienti da tutto il mondo. C’è chi l’ha visto subito come la nuova interpretazione dell’uniforme tanto cara a Prada, ma così non è, anzi, viene definito esattamente una non-uniforme più simile a uno strato intimo e vulnerabile dell’abbigliamento.

Insomma, alla sua seconda prova il dialogo della co-direzione artistica sembra funzionare in tutto e per tutto.