Ecco quanto costa il nuovo calendario dell’avvento di Tiffany & Co.

È quasi arrivato il momento, quello di rispolverare gli addobbi natalizi, ascoltare Michael Bublé, tirare fuori l’albero di Natale e comprare un nuovo calendario dell’avvento. Esiste forse un modo migliore di aspettare il 25 dicembre facendo il conto alla rovescia scartando giorno per giorno le caselle piene di regali? Secondo Tiffany & Co. no. La nota azienda specializzata nella gioielleria di lusso possiede infatti una certa tradizione nel creare dei calendari dell’avvento a dir poco speciali che ogni anno fanno parlare di sé per la loro esclusività. Nel 2019, per esempio, ne era stato lanciato uno che riprendeva la facciata della storica boutique di Fifth Avenue e all’interno conteneva regali per un valore di $112.000.

Questa volta, però, visto il percorso di rilancio pianificato dalla holding LVMH, il marchio ha voluto fare le cose in grande proponendo una versione davvero sbalorditiva. L’Advent Calendar 2021 consiste infatti in un preziosissimo cabinet de curiosité di 1x1m in quercia bianca. A renderlo unico è il pannello frontale, che vanta una riproduzione del dipinto “Equals Pi” realizzato da Jean-Michel Basquiat nel 1982, lo stesso apparso nella campagna pubblicitaria “ABOUT LOVE” con protagonisti Beyoncé e Jay-Z. Al suo interno è possibile trovare ventiquattro Blue Box contenenti oggetti da collezione e gioielli di diverse dimensioni. Purtroppo la conformazione dello scrigno non prevede le classiche caselle da aprire, ma dispone di quattro piani su cui poggiano le scatole numerate.

A questo punto la domanda sorge spontanea: quanto potrà mai costare un prodotto di questo livello?
La risposta rimane ancora avvolta nel mistero, perché l’unico mezzo per poterlo acquistare è richiedere un appuntamento privato negli store del brand. Però un indizio ci rivela a quanto potrebbe ammontare la fascia di prezzo: la maison ha infatti dichiarato che una parte dei ricavi, pari a $250.000, sarà destinata al sostenimento di una serie di programmi dedicati ai bambini delle comunità svantaggiate di New York, grazie all’aiuto di Free Arts NYC. Resta comunque da capire se si tratta di un modello unico.