Una nuova inchiesta condotta di recente da Channel 4 ha rivelato alcuni retroscena riguardanti la catena produttiva di Shein, il colosso di fast fashion che in più di un’occasione ha fatto parlare di sé per i suoi scheletri nell’armadio.
Oltre alla pesante questione legata alla sostenibilità, il marchio viene ora accusato di sfruttamento dei suoi dipendenti.
Secondo quanto emerso dall’indagine, infatti, un operaio assunto all’interno delle fabbriche dell’azienda lavora mediamente 18 ore al giorno, potendo usufruire di una sola giornata libera al mese. Al di là delle condizioni assolutamente precarie dell’ambiente di lavoro, di cui si è già parlato, si scopre ora che i lavoratori impiegati nella produzione vengono pagati 3 pence per ogni articolo fabbricato. Questa situazione li obbliga quindi a turni esageratamente lunghi per produrre fino a 500 capi al giorno in modo da arrivare a uno stipendio medio di 500 sterline al mese.
Chiaramente il brand ha negato tali condizioni, affermando che i diritti fondamentali degli individui sono rispettati.