La prima giornata degli Australian Open 2021 è coincisa con l’esordio sul cemento australiano di Serena Williams – uno dei 64 match giocati tra la notte di domenica e la mattina di lunedì in Italia – e la campionessa statunitense non ha affatto disatteso le attese. Non tanto per il risultato del suo incontro, stravinto 6-1 6-1 contro la tedesca Laura Siegemund, ma per il suo nuovo completo Nike, un’incognita fino al momento del suo ingresso in campo. Un hype giustificato anche perché la presenza di Serena a Melbourne non era affatto scontata: come dichiarato da lei stessa nei giorni scorsi, infatti, il rinvio di tre settimane dell’inizio del torneo a causa della pandemia è stato determinante per permetterle di recuperare al meglio da problemi fisici, e di poter prendere parte al primo Slam della stagione con l’obiettivo di provare dunque a vincere il tanto agognato 24esimo torneo del Grande Slam, quello che insegue ormai da tre stagioni.
L’incertezza riguardante la sua partecipazione aveva di conseguenza condizionato anche il look da sfoggiare per l’occasione, che Nike ha tenuto nascosto fino all’ultimo a differenza degli outfit che il brand americano ha realizzato per le colleghe Simona Halep, Bianca Andreescu, Belinda Bencic, Aryna Sabalenka, Elina Svitolina, Donna Vekic, Marta Kostyuk e Sloane Stephens. E tra l’altro nessun indizio era venuto fuori dalla collezione di t-shirt che Nike aveva rilasciato poche ore prima, ispirata proprio ad alcuni momenti indimenticabili vissuti dalla tennista statunitense, e neanche dalle prime immagini di Williams impegnata nel torneo di preparazione agli AO, durante il quale aveva indossato un completino rosa abbastanza anonimo. L’outfit si è iniziato a intravedere quando le telecamere hanno inquadrato Serena ancora dentro al tunnel che conduce agli spogliatoi della Rod Laver Arena, anche se parzialmente coperto da una giacca nera, poi è stato possibile ammirarlo bene sotto la luce del sole australiano: si tratta di un pezzo unico di colore nero, rosso e rosa che ricorda il famoso catsuit indossato nel 2018 e che invece ha la particolarità di lasciare scoperta una sola gamba, la sinistra. A primo sguardo sembrerebbe trattarsi di un abito assolutamente inedito, ma invece è ispirato all’iconico costume indossato dalla velocista Florence Griffith-Joyner, l’atleta statunitense morta a soli 38 anni e diventata famosa, oltre che per i suoi tre ori olimpici vinti a Seoul ‘88, per l’abitudine di portare le unghie lunghissime e colorate in maniera bizzarra.
Sono stata ispirata da Flo-Jo, che era una meravigliosa velocista, un’atleta straordinaria quando io ero piccola. Guardando il suo stile, cambiava sempre, i suoi abiti erano sempre fantastici. Quest’anno abbiamo pensato a cosa poter fare per continuare ad elevare Serena Williams in campo. Il team Nike in realtà ha pensato a questo design ispirato a Flo-Jo. Ho pensato, “Oh, mio Dio, è davvero geniale.
Serena Williams alla fine del match
Il tributo a Flo-Jo è l’ultimo di una lunga serie di kit che sono passati alla storia della collaborazione tra Serena Williams e Nike (instaurata nel lontano 2003 con un contratto inizialmente quinquennale a fronte di 40 milioni di dollari e poi rinnovato più volte), e che hanno reso Serena la tennista più stilosa degli ultimi vent’anni. Se non altro perché la minore delle sorelle Williams, nel corso di una carriera ricchissima di successi, è riuscita a sperimentare nuove linee e modelli, a mixare colori e generi diversi fino a collaborare in prima persona con il team di designer di Nike alla creazione degli abiti da indossare. Sui campi da tennis ha esibito praticamente di tutto, sfruttando la sua passione per lo sport e per la moda per raccontarsi e lanciare messaggi dal profondo significato sociale. E il suo modo di trasformarsi continuamente ha permesso di apprezzarla in tutte le sue diverse versioni, non solamente cromatiche. Nel thread qui sotto è riassunto il meglio delle sue partecipazioni agli Australian Open.
Le sue continue mutazioni in un certo senso l’hanno resa inconfondibile, a partire dal 2004 quando, a pochi mesi dal debutto ufficiale con lo Swoosh in occasione del NASDAQ-100 Open di Miami, in cui indossò un completo bianco e argento, riuscì a stupire tutti in occasione degli US Open, osando presentarsi con un completo dark da biker comprensivo di giubbotto di pelle scura, borchie, stivali e perfino una gonna in denim: un omaggio a James Dean.
L’anno seguente fu quello del primo titolo agli Australian Open, ricordato anche per il suo vestito da Transformers bianco e verde lime, mentre risale al 2008 invece il momento in cui calcò il prato di Wimbledon con un elegante trench coat bianco, uno degli abiti che le ricordava più la sua terra, la Florida. Serena negli anni è sempre stata molto curiosa di seguire i trend e interessata a sintetizzarli in un abito da sfoggiare su un campo da tennis: dopo essersi ispirata ai luoghi della sua infanzia (il kit turchese e arancio come i colori dei Miami Dolphins, franchigia NFL) e ai fiori (Roland Garros 2016), uno dei momenti che ha lasciato maggiormente il segno è sicuramente stato quello in cui scelse di celebrare l’uguaglianza con un vestito bianco e nero in occasione del Martin Luther King Jr. Day, nel corso degli Australian Open 2017.
Un altro riferimento costante è stato quello nei confronti degli animali: il vestito leopardato visto agli US Open 2014, il modello pitonato utilizzato l’edizione seguente ma soprattutto il vestito da Black Panther con cui si presentò al Roland Garros del 2018. Mi sento una guerriera, la regina di Wakanda – disse ai tempi Serena – anche se oltre alle ragioni estetiche la tennista scelse una tuta nera integrale ed aderente nonostante i 25 gradi di Parigi per recuperare al meglio dopo i problemi legati al parto della figlia Alexis Olympia. In quel caso, inoltre, Serena specificò che dietro a quella decisione ci fu anche la volontà di incarnare le sofferenze di tutte le mamme reduci da complicazioni post gravidanza e di mostrare loro massima vicinanza e solidarietà.
Pochi mesi dopo tornò a fare parlare parecchio di sé per via di un altro vestito nero, questa volta un tutù disegnato da Virgil Abloh per esaltare la grazia del corpo femminile, un modo per rappresentare tutte le donne che non sono libere di esprimersi come vorrebbero. La collaborazione con Off-White, riguardante anche delle sneaker da abbinare al vestito e iniziata in occasione degli US Open 2018 con il lancio della collezione “QUEEN”, proseguì poi anche nel 2019, l’anno in cui Serena si presentò a Wimbledon con un kit bianco impreziosito da uno Swoosh tempestato da 34 cristalli di Swarovski.