Sabot, mules e clogs: i modelli più interessanti per l’estate 2021

Oltre a tante altre conseguenze, questo 2020 passato principalmente in quarantena ci ha invitato a pensare molto di più a come viviamo la moda. A tutti sicuramente è pesato stare costretti in casa a guardare il soffitto o a barcamenarsi tra le mille video-call di lavoro, ma forse l’unico riscontro positivo è stata la riscoperta della comodità: giornate passate in pigiama, tuta e ciabatte. Nessun make-up, nessun pensiero troppo complesso sull’apparire in un determinato modo – tanto chi mi vede? – e sicuramente una rinnovata voglia di mantenere questa piacevole sensazione anche dopo, nel mondo post-pandemia.

Ecco quindi che gli acquisti si sono spostati sull’abbigliamento comodo da città: tute, felpe, abiti senza troppe pretese e calzature che ricordano un po’ le pantofole da casa.

La prossima estate vedremo molto spesso sabot, clogs (gli zoccoli in legno), mules e vere e proprie ciabatte che, per l’occasione, diventano a tutti gli effetti scarpe da città. Ma dove nasce questa tipologia di calzatura? E soprattutto quali sono i modelli interessanti da avere nella propria scarpiera quest’anno?

I sabot come simbolo delle rivoluzioni

I sabot sono un vero e proprio simbolo di rivoluzione: la parola “sabotaggio” nasce proprio durante la Rivoluzione Industriale e deriva dalle calzature con cui gli operai si ribellavano ai rischi di licenziamento, dovuti a un sempre maggior inserimento delle macchine nei cicli di produzione. I sabot – queste scarpe che coprono solo la parte davanti del piede e lasciano libero il tallone – venivano inseriti all’interno delle macchine per rallentarle o bloccarle.

In realtà ci sono state altre calzature simili anche in età ben più remota. Gli antichi romani, per esempio, principalmente senatori e alti magistrati, indossavano delle particolari scarpine rosse dette Calcei Mullei\Mulleus, con il fondo in legno come gli zoccoli, calzatura che si diffuse più tardi, dal Medioevo, in molti paesi dell’Europa Centrale come Olanda, Francia, Belgio, Germania e anche in Italia in regioni come la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige. Qui, abilissimi artigiani e calzolai li producevano interamente in legno e tramandavano la produzione e la tradizione di padre in figlio, fino a oggi. Particolarmente caratteristici e tipicamente locali sono anche quelli olandesi con le punte in su, i träskor svedesi e i geta giapponesi.

Venivano utilizzati essenzialmente come calzature da lavoro, soprattutto agricolo o in ambito casalingo, diventando uno dei simboli delle classi sociali meno abbienti. È stato solo nel 700, durante la Rivoluzione Francese, che i sabot iniziarono a essere impiegati per un uso “urbano” e diventarono uno dei simboli dell’estetica di quel periodo.

Immagine dei sabot tipici utilizzati durante la Rivoluzione Francese

Nell’ ‘800 e inizio del ‘900 si persero un po’ le tracce di questa tipologia di calzatura, nonostante continuassero comunque a esser utilizzate dalle cortigiane per un vezzo di stile e dalle contadine per poter lavorare più comodamente. È proprio con questo senso di libertà che i sabot vennero poi ripresi dalla comunità Hippie degli anni Sessanta, che scelse di abbinarli ai loro outfit multicolore.

Immagine dei sabot utilizzati dagli Hippies negli anni ’60

Un po’ scarpa, un po’ pantofola

La sua forma, chiusa davanti e aperta dietro, senza la presenza di stringhe, lacci o cinturini ha sicuramente messo in primo piano la comodità a scapito dell’estetica o della funzionalità. Il tallone è bene in vista e la caviglia risulta libera, senza alcun sostegno. Viene realizzato sia con il tacco (il classico sabot), sia rasoterra (mules), sia con lo zoccolo in legno (clogs), e sia in versione pantofola per un maggiore comfort. 

Dal biennio 2018/2019 le passerelle sono piene di versioni di queste scarpe, in una grandissima varietà di materiali (pelo, pelle, cotone, velluto…) e forme (arrotondate, squadrate o più appuntite). Gucci è sicuramente uno dei brand che ha fatto del sabot uno dei suoi cavalli di battaglia, ma in questi ultimi due anni molti marchi hanno lavorato a una loro personale versione, elegante o stravagante ma, in ogni caso, con la caviglia scoperta.

Su Instagram sono nate anche pagine che postano solo immagini di questa tipologia di scarpa, come @muleboyz, un account sicuramente da non perdere se si vuole rimanere aggiornati su i sabot più particolari della scena.

Ma vediamo insieme una lista di quelli più riusciti e ricercati che troveremo in questa Primavera/Estate 2021.

Marni – Fuchsia Long Hair Calfskin Sabot “Fussbett”

Se dovessimo indicare IL Sabot di questo 2021 è sicuramente quello di Marni che ha colpito per la sua semplice stravaganza. Il marchio di lusso italiano ha lanciato proprio questo Sabot unisex come prima calzatura per la SS21. Realizzato dal direttore creativo Francesco Risso, il Fussbett Sabot è un’iterazione, sotto forma di pantofola, dello storico modello Fussbett di Marni che unisce praticità e raffinatezza a un comfort ottimale.

La scarpa è disponibile in tre colorazioni: nero, fucsia e verde acido, tutte rivestite in pelo di vitello. Ogni paio è completato dal logo Marni che appare sul lato di ogni scarpa.

Proenza Schouler – Puffy Rondo Slippers

Altro paio interessante è il Puffy Rondo di Proenza Schouler, marchio di abbigliamento e accessori donna con sede a New York fondato nel 2002 da Jack McCollough e Lazaro Hernandez.

Il loro marchio si definisce come una fusione tra artigianato e sartoria e i loro capi si ispirano all’arte contemporanea e alla cultura giovanile, il tutto per ottenere una “raffinata semplicità”.

Premiato con il primo premio CFDA Vogue Fashion Fund nel 2004, il marchio emergente si è affermato come uno dei migliori talenti del settore. Proenza Schouler ha vinto poi cinque premi CFDA, tra cui il premio Swarovski 2003 per il prêt-à-porter, il premio Accessory Designer of the Year 2009 e il premio Womenswear Designer of the Year nel 2007, 2011 e 2013.

Le Puffy Rondo hanno una silhouette oversize, punta tonda e un design trapuntato che ricorda quasi un piumino. Sono realizzate in pelle di agnello con fodera effetto camoscio a contrasto e suola in cuoio con tacco basso.

JW Anderson – Loafer Mules

Il designer britannico Jonathan Anderson dal 2019 ha reso le Loafer Mules uno dei suoi nuovi cavalli di battaglia, lanciando alcuni modelli incentrati sul comfort ma che non mancano di audacia e lusso.

Il più riconoscibile tra tutti è certamente il Mules con catena: scarpa in pelle o in suede realizzata in svariati colori, tutti caratterizzati dalla presenza di una catena oversize che trasforma la calzatura in un gioiello per i piedi. Il modello in pelle nera aveva debuttato già durante la settimana della moda di Parigi a gennaio, riscuotendo successo tra volti noti come Marc Jacobs e Dua Lipa.

L’altro modello uscito ancora nel 2020, durante il lockdown, è invece il Mules in feltro che ricorda lo stile delle pantofole, uscito sia in colori neutri che in allegre colorazioni ispirate ai colori del tramonto e dell’alba. La tomaia multicolore mescola sfumature di blu e verde ed è realizzata in morbido feltro di lana. Il romantico vortice di colori si trova sopra una semplice suola in sughero rivestita in pelle.

La capacità di Anderson, che lo differenzia dagli altri designer, di attingere allo spirito del tempo e la sua mission di portare gioia nella nostra vita quotidiana qui è proprio alla base del concept. “Mi piaceva l’idea di offrire un’idea di evasione ma con un po’ di fantasia“, ha detto Anderson a British Vogue parlando del design di questi mules ormai iconici.

Nike – Mules Nike Offline

L’onda del comfort ha influenzato anche Nike, che nel 2020 ha fatto uscire la Nike Offline, annunciata addirittura come l’anti-sneakers.

La comodità diventa il centro del design stesso del prodotto: suola morbida drop-in con microsfere che massaggiano il piede, tomaia imbottita che avvolge il piede e lo sostiene, chiusura a strappo regolabile e battistrada in gomma. La scarpa ricorda un po’ i sandali tech-heavy realizzati dal marchio Suicoke da un lato e i sandali firmati Visvim Christo dall’altro.

In un solo mese la scarpa è riuscita a ottenere il tutto esaurito, tanto che Nike sta già lavorando su altre nuove colorazioni da rilasciare nei prossimi mesi. In un anno in cui tutto perde un po’ di senso, è legittimo che uno degli ultimi successi di Nike sia proprio una calzatura che non è una sneakers.

Rebook – x Story MFG Sandali Beatnik

Questi mules sono una vera e propria chicca. I sandali Beatnik interpretano alla perfezione gli ideali di sostenibilità e consapevolezza estetica di Story MFG, brand emergente con cui collabora Reebok per la realizzazione di questi sandali e un paio di sneakers dal concept simile. Il brand nasce in Inghilterra da un team formato da marito e moglie, Katy e Saeed Al-Rubey, che nel 2013 decidono di fondare un marchio di abbigliamento che producesse nel modo meno impattante per l’ambiente possibile. Nel 2014 trasferiscono la produzione in India ma non per abbassare i costi, bensì per ritrovare quelle tecniche di tintura e tessitura degli abiti tradizionali di quei luoghi che non utilizzavano prodotti tossici o nocivi. Coinvolgono così un intero villaggio del sud dell’India, affidando l’intera produzione al team locale che lavora secondo i loro principi e ritmi. Story MFG crea quindi la controcultura della moda “lenta” che produce capi realizzati con la massima qualità e scrupolosità. I loro design sono un crocevia tra antico e moderno, coinvolgendo pratiche antiche nelle tendenze di un pubblico moderno e dimostrando che estetica e coscienziosità possono coesistere. I loro sandali in collaborazione con Reebok sono quindi realizzati con una tela imbottita in misto lino naturale che viene accostata a una suola in gomma traslucida scanalata per migliorare la trazione sul terreno. Il tutto viene incorniciato dal dettaglio azzurro acceso del simbolo della pace, ricamato sulla tomaia.

New Balance –
New Balance x Tokyo Design Studio Niobium Concept 1

Questa New Balance Niobium Concept 1, che è un ibrido tra boot, sneaker e slipper è sicuramente il pezzo più particolare di questa lista. Dall’esterno ha l’aspetto di uno scarpone da trekking adatto alle camminate outdoor ma, grazie a delle zip rimovibili, si può ottenere una comoda scarpa da città e una pantofola da utilizzare indoor. Lo stivale ha una fodera impermeabile e la suola della MT801, una delle scarpe da trail più famose di New Balance. All’interno della tomaia invece è presente uno stivaletto, da trasformare in pantofola all’occasione, realizzato in eVent, un materiale impermeabile e traspirante. Altra curiosità interessante su questa scarpa è che il nome prende ispirazione da uno degli elementi della tavola periodica, il Niobio, che viene abbreviato con la sigla Nb, come New Balance.

Yeezy Slides

Unica scarpa aperta sul davanti di questa lista, quindi l’unica ciabatta vera e propria ma che non ha davvero bisogno di presentazioni. Le adidas YEEZY Slides sono realizzate in schiuma EVA iniettata e presentano un plantare morbido per un comfort ottimale e una suola dentellata per una migliore trazione, che presenta il logo delle Tre Strisce sul plantare. Comodità a parte, sono un vero e proprio oggetto di design adatto a qualsiasi relaxed fit e a ogni uscita il prodotto va sold out in pochi secondi.

Per chi se le fosse perse, a breve adidas dovrebbe lanciare altre quattro colorazioni più estive: “Core” e “Resin”, in uscita ad aprile e “Pure” e “Enfora”, in uscita ad agosto.

I sabot o mules, o come li vogliamo chiamare, risultano essere una tipologia di scarpa che divide. C’è chi le adora e chi le odia, nessuna via di mezzo. Eppure si sa, tutte le cose che polarizzano in questo modo sono destinate, che lo si voglia o no, a lasciare il segno. Grazie a designer come quelli della lista, ci sarà sicuramente un futuro con persone che non vogliono scendere a compromessi e cammineranno per la città con la libertà ai piedi.