Nell’eclettico processo creativo di Virgil Abloh per Louis Vuitton la libertà di espressione e l’analisi del viaggio come esperienza da cui apprendere uno spirito multiculturale sono molto più di una costante. Il suo lavoro è incessantemente trasportato da una miriade di ispirazioni e influenze da cui attingere per elevare l’heritage della maison attraverso un approccio affascinante e innovativo.
Per la collezione primavera/estate 2022, presentata attraverso un cortometraggio in diretta streaming durante la Paris Fashion Week, lo stilista ci porta alla scoperta dell’estremo Oriente, tra una suggestiva sceneggiatura che omaggia la tradizione giapponese e una ormai consolidata vena hip hop che richiama la black culture. In questo scenario la stagionalità è un concetto alquanto superfluo, con la presenza di capispalla imbottiti, paraorecchie in pelliccia e passamontagna tricot che di certo non fanno pensare al clima primaverile o estivo. Anche i canoni di genere vengono trascesi in look particolarmente fluidi grazie alla presenza di gonne plissé, piumini allungati con ball gown e tonalità di fucsia accese. L’uomo che vediamo aggirarsi tra candidi boschetti di betulle e un accogliente dojo vede ancora combattere la sua identità in una partita a scacchi e in un incontro tra samurai, in mezzo a reference sportive e silhouette perfettamente sartoriali, come la maglieria ricamata con loghi in stile hockey team e rigorosi blazer modernizzati. Il dialogo estetico continua poi con pattern tie-dye e la presenza del monogram qua e là, raggiungendo l’apice nelle inaspettate sneakers e valigie soft trunk realizzate in collaborazione con Nike.
Nei diciassette minuti di fashion show è emblematica la scena finale in cui possiamo cogliere significati particolarmente interessanti che rimandano alla mente quella tanto discussa dichiarazione condivisa dal designer in merito alla cosiddetta “morte dello streetwear“. Nella sequenza un volto giovane ed elegante si sveglia dal sonno con in mano una katana, vestito da un impeccabile completo sartoriale total black, per raggiungere un uomo più anziano che porta una tracksuit chiaramente riconducibile allo stile streetwear. L’uno passa la spada all’altro, che si allontana in un paesaggio deserto, e da quel gesto possiamo interpretare il messaggio: non è intenzione della sartorialità eliminare lo streetwear, bensì conversare con esso ma lasciarlo proseguire sulla sua strada, rispettando l’evolversi dei tempi.