Il rebrand dei Tampa Bay Buccaneers è il migliore in NFL

I Tampa Bay Buccaneers sono la franchigia sportiva americana del momento: nella off-season NFL più discussa e frenetica di sempre hanno riscritto le proprie ambizioni assicurandosi Tom Brady, il quarterback più vincente della storia del football, e ora hanno portato a termine un rebrand estetico perfettamente riuscito.

Tampa Bay ha cambiato le proprie divise da gara, abbandonando il discutibile stile robotico/futuristico per qualcosa di più classico, pulito, minimalistico e vicino alla propria storia. Il rebrand dei Buccaneers è limitato e perfettamente efficace.

LESS IS MORE

Non ci vuole molto per comprendere le differenze con le maglie utilizzate fino all’anno scorso. Dalla stagione 2014 i Bucs hanno introdotto divise con un design forte, spiccatamente futuristico ma che non ha mai convinto i tifosi: i colori eccessivamente viranti al neon non rispecchiavano il passato della squadra, gli accenni arancioni sulle spalle al contrario ricordavano gli anni peggiori della franchigia della Florida. Era soprattutto il font a non convincere, per tanti identificabile con quello delle radiosveglie.

Le nuove maglie invece sono più pulite e semplici, dal rosso intenso e dotate di un font tradizionalmente riconoscibile come “quello dei Buccaneers”. Al rosso e bianco tradizionali si unisce la versione più recente del color bronzo/peltro ossidato, preferito alla vecchia versione più lucida sia per guardare agli anni recenti della franchigia, sia perché i nuovi materiali Nike non avrebbero consentito di ricreare esattamente la stessa palette degli anni ‘90.

LEGAME STORICO

Il riferimento è chiaro: la divisa è praticamente uguale a quella che i Bucs indossarono dal 1997 al 2013, anni che i tifosi ricordano bene considerando che dal 1997 al 2007 hanno visto Tampa Bay andare ai playoff sette volte, con due Conference Championship e un Super Bowl.

I Buccaneers nel Super Bowl XXXVII, nel febbraio 2003.

Il richiamo storico diventa particolarmente importante considerando che in Florida ci sono ben tre franchigie NFL, peraltro in città come Miami e Jacksonville, due mercati decisamente più grandi di Tampa Bay. Giocare quindi sul ricordo e sul legame affettivo anche dal punto di vista estetico diventa fondamentale, oltre che perfettamente in linea con il resto della NFL. Molte squadre infatti sono tornate a divise vintage o rimandanti a estetiche passate: i Los Angeles Rams hanno ripreso le divise di fine anni ‘80, i Chargers hanno rispolverato il vecchio color celeste, i Buffallo Bills hanno ripreso divise e caschi bianchi degli anni ’60 e fine ’70.

TAMPA BRADY

Il rebrand estetico delle squadre NFL non è una cosa che si decide in qualche giorno, specie in una lega sportiva con uno sponsor tecnico collettivo come Nike. Il restyling dei Bucs era in programma da più di un anno ma non poteva arrivare in un momento migliore. Normalmente conosciuta come località estiva per signori di una certa età, Tampa Bay non ha di certo passato gli ultimi anni in cima alla classifica dell’Olimpo sportivo causa diverse stagioni deludenti.

Ora però è diventata la capitale della NFL: un coach rispettato a livello tecnico e umano come Bruce Arians, nuove divise amate dai tifosi, un gruppo di giovani talenti e soprattutto un grande quarterback, anzi il più grande della storia del gioco, Tom Brady. La firma di Brady dopo venti anni ai New England Patriots ha rivoluzionato la concezione che i giocatori e i tifosi hanno dei Buccaneers, possibilmente attirando altri free agent disposti a ridursi l’ingaggio per provare a vincere un Super Bowl.

Nonostante l’immagine di Brady sia la più importante nel nuovo universo Bucs, Tampa Bay ha scelto di presentare le nuove divise con tre giocatori accuratamente selezionati come Lavonte David, Devin White e Chris Godwin. La scelta di questi tre nomi non fa che aumentare la qualità del rebrand dei Bucs.

White infatti è il nuovo simbolo della difesa e sicuramente il giovane con più potenziale a roster e Godwin invece presenta il suo nuovo numero 14, lasciando ufficialmente il vecchio 12 a Tom Brady. I due giovani si affiancano al veterano David, scelto non solo perché capitano ma anche perché la sua carriera a Tampa Bay cominciò nel 2012, anno in cui era ancora in uso la divisa tradizionale, a cui la nuova si ispira.

DIVERSI REBRAND

Molte squadre ora come ora stanno prendendo parte a rebrand per vari motivi, tra cui troviamo il trasferimento in altre città o il normale rinnovamento estetico che gli sport americani sono soliti fare. Nessuno di questi però ha avuto l’effetto positivo che i Bucs hanno trovato. Per diverse ragioni.

A sinistra i vecchi logo e font dei Los Angeles Chargers, a destra i nuovi.

I Chargers ad esempio, ultimi arrivati a Los Angeles, hanno modificato in maniera minimale il proprio logo e il relativo font. Molti si aspettavano una modifica maggiore ma si resta in attesa delle divise con le uniche certezze dei già citati colori pastello del passato. Resta comunque qualcosa di maggiore rispetto a quanto fatto dai Raiders, la cui estetica resta invariata in vista dell’arrivo a Las Vegas. Al momento i Chargers si ritrovano tra l’altro privi di giocatori realmente identificativi nei ruoli chiave a livello di marketing, il quarterback e il runningback, anche se il Draft di fine aprile potrebbe cambiare le cose.

Il nuovo ed estremamente discusso logo dei Los Angeles Rams.

I Rams hanno effettuato un criticatissimo rebrand, odiato dai tifosi quanto dalle stelle del passato. L’ex leggenda Eric Dickerson infatti ha preso parte alle critiche dicendo che non solo i nuovi loghi non sono nulla di iconico, ma anche che il naso e gli occhi del nuovo ariete ricordano una forma fallica. Anche in questo caso divise e caschi devono ancora essere presentati ma l’inizio non è stato dei migliori. A mettere benzina sul fuoco è anche il fatto che i Rams vengono da una stagione incredibilmente sottotono e da una off-season in cui hanno lasciato andare l’ex stella Todd Gurley senza essere riusciti scambiarlo.

Prima dell’inizio della nuova stagione dovremmo vedere nuove divise, o quantomeno delle variazioni, anche per i Cleveland Browns, gli Atlanta Falcons, gli Indianapolis Colts e i New England Patriots. In attesa di queste ultime, i Buccaneers portano a casa il premio per il miglior rebrand.

Foto
Tampa Bay Buccaneers