Se in un recente articolo abbiamo parlato dei più famosi Rolex personalizzati, ossia quei segnatempo modificati nell’estetica direttamente dalla casa coronata, questa volta è il turno del custom.
La customizzazione è una pratica molto diffusa nei più svariati ambiti, dai capi d’abbigliamento alle sneakers, passando per il mondo dei motori e molto altro ancora.
Comprendendone l’importanza, negli ultimi anni alcune aziende orologiere – in controtendenza proprio rispetto a Rolex – hanno iniziato a fornire al cliente la possibilità di customizzare gli orologi acquistati ad esempio con incisioni, modifiche estetiche di pezzi del movimento (ingranaggi, bilanciere, ponti, ecc.) o configurazioni complete mediante accurati software di configurazione online.
Ma le modifiche più spettacolari che viene spontaneo definire vere e proprie opere di customizzazione sono frutto di un lavoro specifico che avviene in fase post-vendita, spesso rivolto alla personalizzazione anche estrema. Queste opere portano la firma di grandi artigiani specializzati prima ancora che artisti, i quali non pongono limiti al concetto di modifica.
Come non citare allora lo studio di customizzazione più famoso di Parigi, Mad Paris, che nella sezione “About Us” del proprio sito parla di artigiani pronti ad oltrepassare i confini della personalizzazione per la fantasia dei propri clienti. Ed è proprio il brand parigino uno dei più in voga tra gli appassionati di questo settore dell’orologeria di lusso.
Mad Paris vanta infatti collaborazioni con grandi nomi del mondo della moda quali Matthew Williams – nuovo direttore creativo di Givenchy e co-fondatore di 1017 ALYX 9SM – o Virgil Abloh, direttore artistico di Louis Vuitton e AD di Off-White, giusto per citarne alcuni.
Il primo ha realizzato con Mad Paris un Royal Oak intatto nelle sue linee classiche ma rivoluzionario proprio per il suo brand 1017 ALYX 9SM. Il risultato? Un quadrante in acciaio con satinature concentriche assolutamente minimalista in quanto ripulito da ogni cosa superflua, secondo lo stilista, che ha messo in risalto ancora di più le forme iconiche dello sportivo in acciaio di AP. Ovviamente, è stata aggiunta l’iconica chiusura utilizza dal brand sul cinturino.
Il secondo, invece, ha lavorato con lo studio francese per Drake su un Patek Philippe Nautilus referenza 5726 che è stato dapprima oggetto di trattamento DLC (Diamond Like Carbon) e poi successivamente ricoperto quasi nella sua totalità di smeraldi verdi di diverso taglio: rotondo e a goccia per il quadrante, baguette per ghiera e bracciale.
Questo particolare trattamento abbreviato con la sigla “DLC” è un marchio di fabbrica di Mad Paris e lo stesso Virgil Abloh ne era certamente a conoscenza quando ha commissionato allo studio il proprio personalissimo Patek Philippe Nautilus referenza 5726, stesso modello di quello dell’amico Drake.
L’orologio in questione vanta infatti una finitura di tipo matte total black conferitagli tramite la polverizzazione di ioni di carbonio ibridizzato (o grafite) e diamante a bassa temperatura in una camera sottovuoto per ottenere la massima adesione del rivestimento. La grafite dona all’orologio il classico colore nero, mentre il diamante fornisce una durezza e una resistenza di gran lunga superiori su tutta la superficie sottoposta al trattamento, apportando quindi un aspetto molto vantaggioso anche dal punto di vista tecnico. In principio il trattamento DLC era utilizzato nel mondo dei motori e dell’aeronautica spaziale proprio per questa qualità. Il resto lo fa il designer dell’Illinois, facendo applicare delle virgolette ton sur ton sul marchio Patek Philippe, come a voler firmare anche il proprio segnatempo. Roba per pochi.
Ma Mad Paris non è solo DLC. Come si può notare scorrendo le sezioni dedicate alla vendita di orologi su importanti siti quali Farfetch e Dover Street Market – nonché sul sito stesso del brand – non è difficile imbattersi in altro: decorazioni con pietre preziose (dallo smeraldo allo zaffiro, dallo spinello grigio al diamante di qualsiasi taglio), incisioni ed intarsi su casse e bracciali, quadranti scheletrati, indici e sfere di ogni genere e colore. Ma soprattutto, il marchio “Mad Paris” apposto con fierezza su ogni quadrante assieme al marchio dell’orologio di turno.
Questo è Mad Paris: artisti specializzati che firmano pezzi già di per sé noti per la maison d’appartenenza (Rolex, Bulgari, Audemars Piguet, Richard Mille, ecc.), capaci di prendersi il proprio spazio non solo sul quadrante di un orologio ma anche su noti siti internet, accanto a quello dedicato alle maison stesse. L’icona del custom che affianca alla pari un’icona dell’orologeria di lusso ottenendone gli stessi spazi.
Mad Paris non è però l’unico studio capace di tutto ciò. Sempre in Europa ma questa volta in Germania, due realtà molto importanti del panorama dei “custom watches” sanno bene come si fa questo genere di lavoro e lo dimostrano su orologi già iconici alla cui storia viene aggiunta una ennesima pagina di artigianalità.
Blaken si occupa soltanto di Rolex ma ci tengono a precisare di non essere collegati in alcun modo alla casa svizzera, con gran piacere di quest’ultima, com’è facile immaginare. Molte maison dell’orologeria non amano la customizzazione post-vendita, ritenendola una pratica che svilisce inesorabilmente il valore dei loro prodotti. Blaken lo sa, ma sembra non preoccuparsene molto, anzi. Sul proprio sito l’azienda dichiara che, pur riconoscendo l’iconicità del marchio svizzero, l’intento dei propri artigiani è quello di “conferire qualcosa di personale e unico a un Rolex”, qualcosa di più.
Per farlo, Blaken parte sempre dal “coating”, ossia dal rivestimento in DLC tramite due procedure brevettate che possono durare anche oltre le due settimane per ottenere il miglior risultato finale: una patina di spessore pari a due micrometri (un foglio di carta ha uno spessore standard di ottanta micrometri, per intenderci) e una resistenza otto volte superiore a quella dell’acciaio. Dopo si passa al resto e qui la fantasia è l’unico limite, come afferma Alexander Klingbeil, AD di Blaken, il quale nel 2009, durante una delle sue cene a Miami con P. Diddy e Donald Trump, intuì che nel mondo del lusso era stato customizzato un po’ di tutto – addirittura le posate – ma non l’orologio.
Le possibilità per i facoltosi clienti di Blaken sono due: acquistare un pezzo già realizzato a piacere dello studio tedesco oppure personalizzare il proprio modello preferito. Nelle collaborazioni Blaken non è da meno. Sul sito internet sono messe in vendita le limited edition realizzate dall’azienda in tandem, ad esempio, con il designer Tomyboy – “Blaken Rocketbyz” questo il nome del suo Rolex Milgauss, primo e unico al mondo a brillare se esposto ai raggi UV – o con lo stilista tedesco André Borchers per la collezione “Kin”.
Il concetto di opera d’arte è ciò su cui si basa la filosofia di AET REMOULD, altro brand tedesco di customizzazione che ha fatto della propria cifra stilistica un segno distintivo nella galassia degli orologi di lusso modificati.
Partendo dalla produzione “in-house” di cristalli di zaffiro sintetici dalle caratteristiche identiche allo zaffiro naturale, AET REMOULD rompe le convenzioni come solo i veri artisti sanno fare utilizzando il minerale non più solo per produrre i vetri degli orologi ma anche le casse, grazie a tecniche di taglio avanzate in possesso dei propri artigiani e con tutti i vantaggi annessi (resistenza ai graffi, lucentezza, trasparenza, varietà dei colori, ecc.).
L’arte pervade i segnatempo di AET REMOULD ancor di più da maggio, quando lo studio tedesco annuncia di aver ottenuto le autorizzazioni necessarie all’utilizzo delle opere di Pablo Picasso. Da allora la bravura degli artigiani si focalizza sulla realizzazione di Rolex Daytona Cosmograph in numerazione limitata, alterati con un trattamento ceramico che rende i pezzi di color bianco porcellana o nero intenso e successivamente impreziositi da quadranti fatti a mano che riproducono pattern di celebri opere del genio di Malaga, quali “Le Rêve” o “Les Demoiselles d’Avignon”.
Passaggio obbligato dalla patria dell’orologeria, la Svizzera, dove il laboratorio di Artisans de Genève personalizza orologi con un servizio made-to-measure che prevede ampie liste d’attesa. Cosa si ottiene in cambio? Provate a chiederlo a personalità del calibro di Andrea Pirlo, John McEnroe, Spike Lee o Lenny Kravitz.
Prendendo come esempio il Rolex Daytona referenza 116520 di Spike Lee, è facile comprendere la differenza d’intervento sul segnatempo rispetto a ciò che vale per Mad Paris o Blaken.
Spike Lee conosce l’AD di Artisans nell’Apple Store di SoHo, New York, ed è questo il luogo a cui si ispira la collaborazione. Fan di Paul Newman, Spike Lee opta per il Daytona reso celebre dal divo di Hollywood e ci inserisce richiami al mondo vintage anni ’60 – ’70 con il tocco di colore che lo contraddistingue da sempre, ossia quello dei suoi amati New York Knicks. Le modifiche intervengono sull’inserto ghiera in ceramica che viene sostituito con un esemplare fatto a mano in bachelite blu navy con dettagli arancio. I tasti del cronografo assumono i colori anzidetti, così come il quadrante anch’esso blu navy con finitura “sunburst” su cui viene aggiunta la scritta Brooklyn di colore arancione. Sul retro un fondello in vetro zaffiro svela il movimento con rotore personalizzato in oro 22 carati appositamente trattato per assumere un color blu in contrasto con le incisioni arancio. Il tutto viene completato da un cinturino Nato in pelle d’alligatore blu fatto a mano. Brooklyn Go Hard!
Oltremanica troviamo Bamford Watch Department e i suoi orologi neri con trattamento “MGTC” (Military Grade Titanium Coating) che sfidano Mad e company. Dal Bulgari Octo al Serpenti, dallo Zenith Pilot Chrono al Tag Heuer Monaco, l’estro di casa Bamford non risparmia nessuno. Ed è proprio Tag Heuer a notare lo smodato interesse verso la serie di custom basata sui propri modelli, tanto da decidere di inserire nel suo catalogo ufficiale il Monaco Heritage Calibre 11 “Bamford”.
Particolarità assoluta dello studio londinese sono però i quadranti “Fordite” creati dalla lavorazione e dal taglio degli scarti di vernice solidificatasi nelle officine di verniciatura della Ford in Michigan, tra gli anni ’70 e gli anni ’90. Un unicum nel panorama di cui si parla.
Sempre a Londra opera Titan Black. Il nome dovrebbe riportarvi alla mente il trattamento “DLC” già citato per altri studi. Ma oltre il nero (tanto nero) c’è di più. Titan Black, infatti, è uno studio che si concentra spesso sulla customizzazione del quadrante.
Pezzi prodotti in pochissimi esemplari che catturano l’attenzione proprio per i quadranti molto particolari. Rolex Oyster Perpetual referenza 114200 con farfalle blu in 3D su fondo bianco, o cormorani su fondo azzurro. Rolex Milgauss referenza 116400 con disegni “Mandala” o con le costellazioni della galassia. Ma anche tanta ricerca sul piano degli accostamenti cromatici migliori e maggiormente d’effetto.
Come prova dell’attenzione di Titan Black rivolta ai quadranti va data un’occhiata alla serie Chronolight, frutto della collaborazione tra gli artigiani quadrantisti del brand e un team di ingegneri elettronici: Rolex Daytona sul cui quadrante nero spuntano – attivate dai pulsanti del cronografo – scritte led che possono riprodurre un nome, una parola o addirittura una piccola frase o un simbolo.
Parlando di custom ed ingegneria di alto livello non può mancare Jacob&Co. In questo caso però si tratta di gioiellieri particolarmente legati al mondo dell’orologeria. Jacob Arabo, gioielliere uzbeco, a New York dà vita a capolavori di ingegneria. Famoso per i movimenti di manifattura capaci di animare svariate complicazioni, Jacob&Co. incanta con le proprie creazioni al limite.
Si potrebbe parlare dell’ultimo capolavoro nato in collaborazione con NBC/Universal Pictures. Il quadrante ruota di 120 gradi mentre partono le note (120 per la precisione) del tema boliviano presente nel celebre capolavoro di Brian De Palma, “Scarface“.
Oppure del modello Astronomia Maestro in oro rosa 18 carati e zaffiro con tourbillon a tre assi e quattro braccia rotanti, tre note musicali per distinguere ore, minuti e secondi e un diamante bicolore a 288 facce che rende la complicazione delle fasi lunari insolita perché 3D. Come se non bastasse, ad un braccio è collegato un piccolo astronauta fatto a mano che ruota all’interno della cassa “fluttuando” nello spazio a propria disposizione.
Jacob&Co, da buon gioielliere che si rispetti, è però anche sinonimo di “bussdown” ossia gli orologi tanto amati nel mondo del rap e non solo. La customizzazione in questi casi è ben diversa dalle precedenti perché si tratta di tempestare il segnatempo di pietre preziose che lo facciano brillare il più possibile, tenendo conto sempre della disponibilità economica del momento.
Si parla, infatti, di orologi che possono arrivare a costare 520 mila dollari come nel caso del Jacob&Co. “Five Time Zone” indossato da Pharrell Williams, con cassa in oro bianco 18 carati e completamente ricoperto di diamanti taglio “baguette”.
Uno dei più costosi realizzati da Jacob&Co. è però il “Billionaire”, che vale perfino 18 milioni di dollari. Di proprietà del campione della boxe Floyd Mayweather, ha una cassa rettangolare con movimento scheletrato, tourbillon e 239 diamanti taglio “smeraldo” che lo ricoprono per un totale di 260 carati.
Famosi per le customizzazioni che strizzano l’occhio al concetto di “bussdown” sono anche i proprietari della gioielleria Rafaello&Co. Fieri di aver realizzato gioielli e customizzato orologi per personalità del calibro di Travis Scott, Jay-Z, T-Pain, Rick Ross, Drake, P.Diddy, LeBron James, Carmelo Anthony e tanti altri, dall’apertura del loro negozio a New York fino ad oggi si sono guadagnati a buon diritto l’appellativo di “gioiellieri delle star”. Tra i clienti del panorama italiano svettano i componenti della Dark Polo Gang, Fedez e Chiara Ferragni.
Lo sfarzo e la brillantezza sono le basi delle customizzazioni di Rafaello&Co. Non ci sono limiti. Basta visitare i canali social ufficiali per accorgersene e restare a bocca aperta. Prima, però, va indossato un paio di occhiali da sole.