Compie oggi 45 anni David Beckham, l’uomo che ha per sempre cambiato l’immagine del calciatore, da semplice sportivo a icona di stile, imprenditore e uomo immagine.
Beckham inizia la sua carriera professionistica nel Manchester United nel 1992, dove in pochi anni si trasformerà da ottimo centrocampista ad icona mondiale. La svolta avviene probabilmente nel 1997, quando incontra Victoria Adams, la Posh Spice delle Spice Girls, pop band al top delle allora classifiche mondiali, che trasforma il giocatore nello Spice Boy. Da lì in poi i tabloid inglesi lo seguiranno per il resto della carriera e lui, dotato di un’intelligenza sopra la media per un calciatore, saprà come cavalcare al meglio la cosa.
Cercheremo di mettere da parte la sua fantastica carriera calcistica, passata interamente in alcuni dei migliori club d’Europa, quasi sempre vincendo: Manchester United, Real Madrid, Milan e Paris Saint-Germain. Oltre ai Los Angeles Galaxy in Major League Soccer, che grazie lui inizierà un processo di crescita che porterà in USA tante stelle a fine carriera.
Ciò che veramente ha reso unico David Beckham è la sua contagiosa personalità. Sul vocabolario, alla definizione di trend setter, potrebbe e dovrebbe esserci una sua immagine.
Quando guardiamo una partita di calcio siamo ormai abituati a vedere ogni genere di attenzione per l’estetica: barbe perfettamente curate, tatuaggi, pettinature, capelli ossigenati e chi più ne ha, più ne metta. A volte sembra quasi che i giocatori moderni diano fin troppa attenzione al proprio look.
Fino a metà anni ’90, invece, il calcio in Inghilterra era roba da duri. Pochi fronzoli, tanta corsa, intensità e grinta. Pochi giocatori potevano permettersi il lusso di puntare sulla qualità. Eric Cantona, Gianfranco Zola, Matt Le Tissier e pochi altri avevano il compito di inventare, gli altri dovevano macinare miglia, lanci lunghi e cross. Il fattore estetico dentro e fuori dal campo non era roba da uomini nella terra di Albione, e in generale nel resto del mondo.
Se proprio dobbiamo inquadrare una moda locale, questa era quella degli hooligans: polo, trench coat, crew o track-jacket, denim, sneakers e capelli corti o rasati. Semplice e concreto per uomini duri, pronti a fare a botte tra una birra e una partita di calcio.
Ma poi arrivò David Beckham e tutto cambiò. Certo, qualche pecora nera c’è sempre stata, si pensi a George Best, uno che si presentava al campo d’allenamento in pelliccia. Ma erano altri tempi, altro calcio e altri personaggi.
Tagli di capelli in continua evoluzione, tatuaggi e attenzione per la moda. David e Victoria erano sempre sulle prime pagine dei tabloid attirando, ovviamente, le attenzioni dei brand, che iniziarono a cercare il giocatore per le proprie campagne pubblicitarie. Una rivoluzione.
Fino ad allora non era assolutamente comune vedere giocatori diventare modelli, ma da lì in poi sarà la normalità. Lui e Ljungberg saranno infatti i pionieri della figura del calciatore-modello, in grado di sdoppiarsi tra campo e pubblicità.
Giusto dire che all’inizio Beckham sorprendeva più per l’attenzione al look, spesso eccentrico e stravagante, che per la qualità di esso. Discutibili bandane, completi troppo larghi, denim baggy, crocifissi e sarong indonesiani facevano parte di un guardaroba che, a vederlo ora, sarebbe da bandire per legge. Ma è lecito sbagliare quando si è più giovani e si è attorniati da colleghi che vestono solo in tuta, o che non hanno la ben che minima idea di cosa voglia dire vestirsi dignitosamente.
In campo non era da meno, con un’attenzione spasmodica per i tagli di capelli e costanti novità, che pian piano prendevano piede tra i fan e soprattutto i colleghi. David si presentava in campo con una piccola cresta? Tutti i giovani volevano la cresta. O come quando si fece il codino ai tempi del Real Madrid, facendolo tornare di moda.
Tuttora, quando Beckham si presenta con un nuovo taglio di capelli, in poco tempo, state certi, diventerà un must. Gran parte dei calciatori, soprattutto nelle categorie inferiori, si presenterà in campo con quel taglio. Ma non solo calciatori, anche attori, gli ormai noti influencers e fan per cui David è un’icona di stile.
Ma icona di stile lo diventerà negli anni, soprattutto quando abbandona lo United per il più glamour Real Madrid. Da lì in poi la sua attenzione per la moda crescerà esponenzialmente e sarà comune vederlo a sfilate sempre impeccabile e presente in ogni blog o giornale del settore. David non ha mai nascosto che sia stata Victoria a portarlo sulla retta via.
Poco tempo fa avevamo raccolto in un articolo i calciatori più fashion del momento e, se vogliamo, sono tutti figli della rivoluzione Beckham.
Negli anni è riuscito a creare un’immagine di sé alquanto polivalente, dimostrando una grande varietà di stili, che lo porta da look elegantissimi ad altri più grunge o basici, incentrati su semplici denim e t-shirt bianca, senza mai sbagliarne uno.
In passato ha collaborato con svariati brand per produrre delle capsule collection, da H&M ad adidas, passando per Belstaff e Armani . Da poco ha lanciato DB Eyewear, il suo marchio di occhiali da sole.
Anche i tatuaggi, ormai uno standard per il calciatore medio, si può dire che siano entrati nel mondo del pallone anche e soprattutto tramite DB. Prima dei primi anni del 2000, infatti, non era così comune che i calciatori si riempissero di tatuaggi come invece lo è ora.
Ciò che Beckham però riuscirà a fare prima di tutti sarà portare la moda nel pallone, non solo per la carriera parallela da modello, ma anche per la capacità di esprimere l’estro attraverso il suo look dentro e fuori dal campo.