Gli atleti NCAA possono ora guadagnare dalla propria immagine

Photo by Brett Wilhelm/NCAA Photos via Getty Images

Se ne parlava da molto tempo e ora è ufficiale: gli atleti collegiali americani potranno guadagnare dalla propria immagine firmando contratti di sponsorizzazione e attraverso i social network, ad esempio. Questa nuova normativa non sarà esclusiva solo in alcuni stati americani, come detto inizialmente, ma sarà possibile nell’intero territorio nazionale. Si tratta di una rivoluzione, dato che gli sportivi collegiali sono sempre stati considerati non professionisti, e quindi non retribuiti se non con una borsa di studio.

Con un fatturato medio di oltre 130 milioni annui, i dipartimenti sportivi dei college non potevano più essere considerati amatoriali, come testimoniato dai grandi contratti di sponsorizzazione con i brand, gli accordi di trasmissione con le televisioni o ancora le esorbitanti cifre versate agli allenatori più in vista. Non retribuire i giocatori stava diventando anacronistico, oltre che sempre più complesso per via delle alternative che pian piano stavano nascendo. Nel basket, ad esempio, sempre più talenti hanno optato per giocare in Europa o in Australia, o anche nel nuovo Team Ignite in G-League, una realtà che fin da subito permette agli atleti di guadagnare oltre 200mila dollari annui.

Questa variazione non aiuterà solo i grandi atleti dei college principali, i quali probabilmente firmeranno accordi enormi fin da subito, ma potrebbe favorire soprattutto le donne, atlete con decisamente minori investimenti a livello sportivo ma dotate di un seguito individuale notevole in questo periodo, non a caso alcune ricerche hanno calcolato che otto dei primi dieci atleti nel Torneo NCAA di basket per potenziali guadagni sono proprio donne, con una possibilità di fatturare quasi fino al milione di dollari. Sono stati calcolati anche i guadagni di altre categorie che trovano sempre cifre importanti, come ad esempio la squadra femminile di ginnastica artistica di UCLA. Olivia Dunne, la studente-atleta universitaria più seguita in assoluto con oltre 5 milioni di followers tra le varie piattaforme, è addirittura finita a Times Square, come le gemelle Cavinder di Fresno State. Ciò potrebbe favorire gli atleti con meno sbocchi professionistici a rimanere tutti e quattro gli anni all’università, anche quando si tratta di atleti internazionali che talvolta accorciano l’esperienza per tornare in patria.

Alcuni atleti hanno deciso di lanciarsi nel mondo degli NFT, altri ancora hanno già in mente di creare un brand di abbigliamento, come Jordan Bohannon di Iowa e il suo J3O, o ancora il quarterback di UCF Dillon Gabriel, diventato il primo atleta collegiale con un Instagram Shop in cui vende i prodotti “DG the Brand”. Altri stanno organizzando talk e conversazioni a pagamento, altri ancora venderanno merchandising firmato, ulteriori invece guadagneranno dalla monetizzazione dei social media, proprio la stessa modalità che anni fa costò l’espulsione a Donald De La Haye, conosciuto online come Deestroying, diventato poi uno dei principali creator nel mondo del football americano. Il giocatore di college football più in vista, Spencer Rattler, ad esempio ha presentato e depositato un logo ufficiale che probabilmente lo seguirà anche tra i professionisti.

Interessante e divertente sarà vedere i legami tra i giocatori più piccoli ma iconici in alcuni atenei con le realtà locali. Abbiamo già visto infatti accordi nascere con rivenditori di panini, o il percorso particolare di Will Ulmer di Marshall che ha dato inizio alla sua carriera da cantante country. L’accordo migliore è sicuramente quello firmato dal wide receiver di Arkansas Trey Knox, il quale ha chiuso un contratto con PetSmart grazie a Blue, il suo bellissimo husky.

Questa decisione apre diverse porte anche al mondo videoludico. Non parliamo solo dei giocatori e della loro possibilità di giocare in streaming su Twitch, ma anche per le aziende di tornare a creare prodotti incentrati sullo sport universitario, da sempre alcuni dei più amati e celebrati. Sono infatti molto fondate le voci sul ritorno di EA Sports NCAA Football, per distacco il titolo sportivo più amato nel mercato americano che infatti si appresta a garantire una quantità esorbitante di vendite, specie considerando quanti creator giocano ancora oggi al titolo 2014, l’ultimo pubblicato, con i roster aggiornati o meno. La rivoluzione dello sport collegiale è appena iniziata.