Non è ancora terminato il periodo delle release delle maglie che verranno indossate nel corso della stagione 2022/2023, ma anche quest’estate tra le novità più particolari che sono state già svelate ci sono ben quattro kit che contengono mappe geografiche. In ordine cronologico, l’ultimo esemplare di questo filone è il third della SPAL realizzato da Macron, su cui è presente una parte della città emiliana, precisamente quella in cui si trova lo Stadio “Paolo Mazza”, un tributo ai quarant’anni dall’intitolazione dell’impianto all’ex presidente del club. In contemporanea è stata presentata la nuova away dell’Inter, una vera e propria maglia planisfero che richiama il DNA internazionale della squadra milanese e si collega al claim della campagna “Brothers and Sisters of the World”.
In precedenza era stata svelata la nuova away dorata del Barcellona, ispirata ai Giochi Olimpici del 1992 e contenente una riproduzione grafica di alcune arterie principali della località catalana, che arrivano fino sul retro e sui pantaloncini. Il rapporto tra squadra e città è presente in un’altra divisa da trasferta, quella del Padova realizzata da Macron: oltre al tradizionale accoppiamento dei colori bianco e rosso, invertiti rispetto alla home, la nuova maglia del club veneto è caratterizzata da una stampa tono su tono che rappresenta la mappa della città patavina e nello specifico Prato della Valle, l’iconica piazza cittadina le cui coordinate geografiche (45° 23’ 54” N / 11° 52’ 35’’ E) sono riportate in prossimità del retrocollo. Il Padova ha già indossato la nuova casacca in occasione del debutto stagionale in Coppa Italia contro il Bari, che a sua volta vestiva un’altra nuova divisa da gioco su cui è presente un simbolo della città pugliese, Piazza San Nicola.
A differenza di come potrebbe sembrare, l’idea di utilizzare la mappa di una città o una regione per omaggiare la connessione tra club e territorio di riferimento non è una moda nata negli ultimi anni, anzi. Eppure una delle massime espressioni di questa particolare tipologia di casacche da gioco risale alla scorsa stagione, quando l’Atletico Mineiro svelò una maglia capace di catturare le attenzioni degli appassionati di tutto il mondo, e non solo perché frutto di un contest (Manto Da Massa 113) indetto per celebrare i 113 anni del club. Sulla divisa, poi diventata una delle più chiacchierate dell’anno, era infatti riprodotta un’ingombrante pianta dello Stato di Minas Gerais, dove sorge la città di provenienza della squadra brasiliana, Belo Horizonte.
Le prime mappe stampate su delle maglie da gioco risalgono però almeno all’inizio degli anni ’90, quando lo Shimizu S-Pulse iniziò a portare avanti questa singolare e fantasiosa produzione, in linea con la grande tradizione estetica di kit stravaganti tipica del campionato giapponese, appena fondato. In quel caso il club di J-League beneficiò della partnership con lo sponsor JAL (Japan Airlines Co., Ltd) e per questo motivo si decise di introdurre il tema delle mappe provando a farlo coesistere con i colori della squadra. A distanza di anni, si può affermare con certezza che si è trattato di un esperimento vincente che ha contribuito non poco a creare una precisa identità visiva riconducibile alla squadra di Shizuoka, che ha indossato delle jersey con riferimenti geografici alle isole del sud-est asiatico anche in tempi recenti, per celebrare il 30° anno dalla nascita di questo trend, nonostante la fine del rapporto di sponsorizzazione con la compagnia aerea giapponese e l’inizio del contratto con Suzuyo.
Tornando al Barça, non è la prima volta che l’Eixample e l’Avenida Diagonal appaiono sulle divise del club catalano: già quattro anni fa Nike aveva infatti deciso di utilizzare, per disegnare le terze maglie 2018/2019 delle proprie squadre élite, dei precisi riferimenti alle città di Roma, Londra, Madrid e appunto Barcellona. Per decorare la speciale maglia mash-up realizzata per il ventennale della partnership con il brand di Beaverton, l’Inter scelse una serigrafia dorata della mappa di Milano per la font di nomi e numeri da applicare sul retro. Alla soglia della stagione 2019/2020, invece, un altro esemplare di questo schema si è ritrovato nella maglia “District” del Napoli, con un omaggio ai trenta quartieri della città campana; mentre lo scorso anno ad adottare una soluzione simile sono stati il Genoa e l’Hibernian, riproducendo rispettivamente le mappe di Genova e di Edimburgo nel pattern della loro maglia home. In Germania, invece, nel 2017 solamente il divieto imposto dalla Deutsche Fußball Liga ha impedito all’Holstein Kiel di indossare una maglia con la grafica del Kieler Förde, l’insenatura naturale dentro la quale sorge la città tedesca.
Un altro caso recente di respiro internazionale è quello che ha riguardato la maglia Joma della Nazionale dell’Ucraina, che alla soglia di Euro 2020 ha presentato due kit su cui, in maniera leggera ma comunque ben visibile, figuravano i contorni geografici della Nazione comprendenti quelli della Repubblica Autonoma di Crimea. L’immagine della Regione che nel 2014 è stata annessa alla Federazione Russa, ma che gli ucraini hanno continuato a considerare di loro appartenenza, ha ovviamente infastidito parecchio i russi, che hanno chiesto spiegazioni riguardo la provocazione, salvo ottenere poi solamente la rimozione di alcuni slogan presenti sulle nuove maglie, ma non quella dei confini dello Stato est-europeo che dunque sono regolarmente apparsi nel corso della competizione.