La scelta da parte di brand come Nike di rilanciare periodicamente scarpe retro dà la possibilità alle nuove generazioni di conoscere silhouette di cui probabilmente ignoravano l’esistenza. Un chiaro esempio lo possiamo ritrovare nella Air Jordan V, scarpa che quest’anno compie 30 anni e che Jordan Brand sta intelligentemente riproponendo, offrendo agli appassionati colorazioni originali e mettendo in atto una collaborazione con Virgil Abloh.
Il nostro invito, prima della lettura, è quello di cercare di andare oltre la moda o il valore del resell di una scarpa e lasciarsi catturare dalle incredibili storie che si celano dietro il design delle calzature che acquistiamo. Noi di Outpump siamo qua per raccontarvi quella delle Air Jordan V.
Partiamo dall’edizione più recente della scarpa, quella ridisegnata da Virgil Abloh, per poi immergerci nel passato.
Il debutto della Off-White x Air Jordan V è stato sulla passerella di Off-White durante la Paris Fashion Week.
Sin da subito, l’estetica della scarpa ha scatenato tra il pubblico pareri contrastanti. Lo shape originale è rimasto invariato e ciò che hanno reso unica la silhouette sono, come già accaduto per le precedenti release, i materiali che ne rivestono la tomaia. Un tessuto tecnico semitrasparente avvolge la quasi totalità della scarpa, lasciando alcune zone più scoperte. Immancabili i lacci con la scritta “SHOELACES” che, insieme alla tongue reflective e allo zip-tie nero, completano il look.
La scelta di Jordan Brand di dare la possibilità a Virgil Abloh di metter mano e modernizzare modelli retro, come quelli della serie “THE TEN”, non è affatto casuale. L’attenzione che il designer ripone nei dettagli permette al brand stesso di far evolvere le silhouette in maniera estremamente ingegnosa, e queste Off-White x Air Jordan V ne sono la prova.
La colorazione scelta da Virgil Abloh è la Black/Metallic Silver, che faceva parte delle 4 colorway proposte per la prima volta nel febbraio 1990 al momento del rilascio della scarpa. Le altre tre di cui parliamo sono invece la White/Black/Fire Red, la White/Fire Red/Black e la Grape – su cui torneremo più tardi.
I dettagli scelti dall’attuale direttore creativo di Louis Vuitton, che rimangono fedeli al design della prima Jordan V, non si fermano alla semplice colorazione. Come nelle prime release, anche sulla midsole delle Off-White ritroviamo l’iconica dentellatura a zig zag color Cement ispirata ai Jet P-51 Mustang della Seconda Guerra Mondiale.
Virgil Abloh ha scelto anche di mantenere il numero 23 ricamato sul tallone. Elemento inizialmente presente solo sulle scarpe indossate in campo da Michael Jordan e successivamente riproposto nel 2000 sulle prime re-release retro del millennio come le Laney e le White/Metallic.
Altri elementi chiave mantenuti invariati nel design di Virgil sono il taglio asimmetrico lungo la caviglia, il blocca lacci e la tongue reflective. Quest’ultima, in particolare, fu una vera e propria chiave di volta nel design delle calzature da basket.
Tinker Hatfield decise di portare nel mondo della pallacanestro i materiali catarifrangenti, tessuti fino ad allora legati al running. L’obiettivo del designer era quello di far risaltare in tutti gli scatti, oltre all’atleta, anche la scarpa.
Ultima caratteristica della AJV di Virgil Abloh è l’outsole traslucida. Hatfield, dopo aver disegnato le Nike Mag di “Back to the Future”, decise di riproporre la stessa suola trasparente sulle Air Jordan V.
Abloh, a 30 anni di distanza, ha reso omaggio a questa innovazione riproponendola in un look ossidato, proprio come sarebbe oggi la suola di un paio di Jordan V del 1990.
Togliendo ora l’attenzione dalla collaborazione con Off–White, possiamo analizzare come l‘aggressiva silhouette disegnata da Thinker Hatfield sia diventata un’icona al di fuori dei palazzetti da basket.
La stagione ’89 – ’90 non fu infatti particolarmente fortunata per Michael Jordan, i Bulls vennero sconfitti dai Detroit Pistons alle finali Eastern Conference e l’unico record segnato da “His Airness” con le Jordan V ai piedi fu quello del 28 marzo 1990, in cui segnò 69 punti nella partita contro i Cleveland Cavaliers.
Ad affermare la scarpa nella cultura pop – così come accadde per le Air Jordan IV nel film “Do the Right Thing” – ci pensò la sitcom americana “The Fresh Prince of Bel-Air”. La passione per le Jordan V nella colorazione “Grape” del personaggio interpretato da Will Smith permise di far conoscere la sneaker anche a chi non era amante del basket.
Con Willy la colorazione Grape ottenne talmente tanto successo da esser rilanciata nel 2006 in versione retro, nel 2013 con la colorazione “Bel Air” e due anni fa, per i 50 anni di Will Smith, diventando il primo modello – dopo la OG – a vantare la scritta “Nike Air” sull’heel.