Uno dei temi che più sta interessando il mondo della moda è quello della sostenibilità. Ce lo dicono in primis i dati emersi dal recente studio di Lyst sul comportamento degli utenti nel momento in cui si ritrovano a acquistare un determinato prodotto, ma anche le iniziative intraprese da moltissimi brand per adeguarsi a un’esigenza che è impossibile ignorare.
Tra questi, però, ce n’è uno in particolare che ha saputo sposare questa filosofia nella sua totalità, portandola a un livello successivo che molto probabilmente è destinato a cambiare per sempre le regole del settore.
Stiamo parlando di PANGAIA, il marchio che sta conquistando il fashion stystem con le sue tute “Botanical”, amatissime da personaggi come Pharrell Williams, Fedez, Chiara Ferragni, Maria Sharapova, Bar Rafaeli e da tantissimi influncer che stanno inondando i social con i loro total look.
Ma cos’ha di tanto speciale rispetto alle altre aziende? Ciò che ci verrebbe da dire istintivamente è “semplicemente tutto”, ma andiamo con ordine.
Per prima cosa bisogna precisare che sì, PANGAIA esiste ufficialmente da soli due anni, ma lo studio che ha permesso la sua nascita risale a dieci anni fa. A dare alla luce questo straordinario progetto è stata indirettamente l’eclettica imprenditrice e icona glamour russa Miroslava Duma attraverso la sua piattaforma creativa Future Tech Lab, che sperimenta nuove strategie di economia sostenibile legate principalmente alla moda.
Il suo team non si presenta come quello delle altre label, poiché si sviluppa attorno a una nuova forma di leadership che comprende scienziati, designer e ingegneri. Queste figure, messe in un unico laboratorio con base negli Stati Uniti, studiano e sviluppano costantemente nuove tecnologie utili a ridurre al minimo l’impatto ambientale causato dal settore tessile.
Dietro a quelle che possono sembrare semplici felpe, t-shirt, pantaloni, canotte e crop top si cela infatti un cerchio completo di ecosostenibilità e rispetto per il pianeta. A partire dalla manifattura dei suoi prodotti, rigorosamente locata in Italia e Portogallo, che prevede solo e soltanto l’utilizzo di materiali organici non trattati con agenti chimici, come alghe marine, cotone biologico, canapa e bottiglie di plastica riciclate.
Persino la tintura è totalmente vegetale, nonché derivata da pigmenti provenienti dagli scarti di frutta, verdura e piante varie, così da risultare atossica e biodegradabile. Addirittura, una volta finito, l’articolo subisce un trattamento con olio essenziale di menta, per ridurre la necessità di lavarlo spesso con l’obiettivo di risparmiare acqua ed energia.
Prendiamo per esempio una delle sue eccellenze, il piumino FLWRDWN, costituito da un involucro di nylon e poliestere riciclato che contiene un interno imbottito da un mix di biopolimeri, aerogel e fiori selvatici recuperati in aree dove Miroslava Duma si impegna nell’agricoltura rigenerativa, ovvero nel ristabilire l’habitat ideale per alcune specie protette di farfalle. Per chi fosse scettico a proposito della funzionalità del giubbotto, vi possiamo assicurare che, oltre a essere ipoallergenico e biodegradabile, è anche estremamente caldo e traspirante. A dirvelo non siamo noi, ma le massime autorità del settore, che stanno già facendo a gara per usufruire di questo a dir poco rivoluzionario brevetto.
Il design poi ruota attorno a tagli unisex e confortevoli adatti a uomini, donne e bambini, ed è estremamente minimale, a tal punto da essere quasi concettuale. All’inizio l’unica stampa presente era un mini logo, ora invece troviamo una didascalia nella quale viene descritto il procedimento di lavorazione per sensibilizzare le persone verso il rispetto dell’ambiente.
A parlare per lo più sono i colori, ispirati agli elementi più iconici della natura, come l’alba, i fiori di ciliegio, le foreste, la sabbia e gli agrumi.
Infine, anche il cosiddetto packaging TIPA è studiato nei minimi dettagli, poiché realizzato in fibra bio e plastica alternativa che scompare nel compost in ventiquattro settimane.
Come vi abbiamo anticipato, la missione di PANGAIA è creare un mondo migliore nel vero senso della parola, e per farlo agisce in modo etico a 360°. Il suo impegno non si limita soltanto alla produzione di abbigliamento sostenibile, bensì nell’operare in favore della comunità. Ogni suo lancio è infatti legato a una motivazione: dalla raccolta fondi in favore di Medici Senza Frontiere, alla tutela delle api con la sua capsule collection disegnata da Takashi Murakami, fino alla donazione costante a 5 Gyres, un’organizzazione no profit che si occupa dello smaltimento della plastica.
Molto probabilmente ora che avete scoperto tutte queste cose vi sarete fiondati sul suo sito ufficiale in cerca di un capo da acquistare, ma vi sarete accorti che tutto quanto è sold out. Proprio così, PANGAIA opera su drop casuali estremamente limitati per non cadere nella trappola di una delle più grandi piaghe dell’industria della moda, ovvero la sovrapproduzione. Non vi resta dunque che avere un po’ di pazienza e restare connessi per scoprire quando avverrà il prossimo lancio di questa interessantissima azienda, tenendo presente che il suo prossimo traguardo è diventare un brand lifestyle a tutti gli effetti, ampliando la proposta con accessori, arredamento e altro ancora.