6ix9ine si è dichiarato colpevole di nove reati, la condanna spaventa

Dopo che il suo avvocato Lance Lazzaro è stato sollevato dall’incarico, 6ix9ine ha smesso di negare e ha iniziato a raccontare. Non sappiamo se per paura o per suggerimento.

Il rapper ha ammesso di far parte dei Nine Trey Gangsters, gruppo formatosi dalla violenta gang di Los Angeles, i Bloods, e si è dichiarato colpevole di ben nove reati tra cui racket federale, cospirazione, rapina a mano armata e traffico di stupefacenti.

Ma da dove inizia la storia?

Qualche giorno fa tre imputati sono stati condannati perchè membri effettivi della Nine Trey. Uno di questi, rapper di Brooklyn conosciuto come Kooda B, è stato accusato del tentato omicidio di Chief Keef e a svelare queste informazioni è stato proprio 6ix9ine. Il sospetto che anche Tekashi fosse coinvolto in questa storia c’era già da tempo, gli inquirenti erano convinti che il rapper avesse dato dei soldi a Kooda B per portare a termine il compito e non c’è voluto molto per scoprire la verità.

Il 23 Gennaio 6ix9ine è entrato in tribunale e ha cominciato a parlare: ha affermato di essersi unito ai Nine Trey Gangsters nell’autunno del 2017, l’esatto periodo in cui “GUMMO” e “KOODA” scalavano le classifiche. Ha ammesso di aver aiutato i membri nel tentato omicidio di un rivale della gang e di averne derubato un secondo.

A conferma dei sospetti prima citati, 6ix9ine ha spiegato di aver pagato una persona, Kooda B, per sparare ad un membro rivale dei Nine Tray, Chief Keef, e sembra che la cifra si aggiri intorno ai 30.000 dollari. Dice di aver agito per elevare la propria posizione all’interno della banda.

Conclude ammettendo il reato di spaccio di stupefacenti, sostiene di aver venduto un chilo di eroina nel 2017 e prima di tacere porge le sue scuse pur sapendo che saranno inutili: “Mi scuso con la Corte, con chiunque sia stato ferito, con la mia famiglia, i miei amici e i miei fan, per quello che ho fatto e per chi ho deluso”.

Il patteggiamento riduce la pena

6ix9ine ha deciso di patteggiare per ricevere una pena ridotta. Al momento, sommando le condanne dei crimini commessi, il rapper si troverebbe a passare dietro le sbarre un minimo di 47 anni. Ora ne ha 22 e il caso vuole che, se così fosse, Tekashi tornerebbe a piede libero all’età esatta di 69 anni, ma molto probabilmente non sarà così.

Solitamente il patteggiamento riduce significativamente la pena e più parlerà, meno anni dovrà scontare. A questo punto si apre un altro problema: la paura che 6ix9ine possa fare nomi scomodi aumenta le probabilità che qualcuno tenti di farlo tacere. La madre della figlia del rapper dice di sentirsi in pericolo, teme che alla sua bambina possa succedere qualcosa brutto.

Di tempo per parlare 6ix9ine ne ha ancora un po’, secondo le ultime indiscrezioni resterà dietro le sbarre fino all’effettiva condanna segnata al 24 Gennaio 2020.