Arc’teryx, il brand outdoor che sta conquistando i fashion addicted

Fra i trend che si stanno affermando nel 2020 c’è senza ombra di dubbio il gorpcore, temine coniato dal magazine The Cut che definisce un’estetica più propensa alla comodità che alla bellezza nel suo senso comune. Questo stile, che da un paio d’anni sta conquistando il fashion system, ha scatenato un vero e proprio fenomeno che consiste nell’utilizzo improvviso di tagli funzionali e materiali ultra tecnici, ma anche nella comparsa tra le passerelle più glamour di brand outdoor finora estranei a questo mondo.

Marchi che affondano le proprie radici nello scenario della montagna e del trekking si sono ritrovati infatti a collaborare con le più svariate maison di moda, creando delle capsule collection esclusive. Tra questi troviamo il curioso caso di Arc’teryx, che a differenza di Salomon o The North Face, non si era mai addentrato prima d’ora nell’universo fashion. Questo però fino a poco fa, perché lo scorso febbraio Off-White ha stupito tutti sfilando alla Paris Fashion Week con abiti da sogno ibridi con giacche a vento in un sorprendente contesto di haute couture fatto di balze, tulle, rouche e ball gown. Dopodiché la tendenza è stata confermata dall’annuncio di due importanti collaborazioni, la prima con Jil Sander+ e la seconda assieme a Palace.

A dire il vero, questi non sono gli unici esempi che consacrano Arc’teryx nell’olimpo dei brand che segneranno le tendenze di quest’anno, perché Virgil Abloh stesso si è mostrato alla sfilata di Louis Vuitton con un giubbotto perfettamente abbinato alla location, ma anche Drake, Travis Scott e Frank Ocean rientrano nella lista di personaggi influenti che sono stati immortalati con indosso dei capi che hanno prontamente attirato l’attenzione dei media.

Ma quali sono le origini di Arc’teryx?

La storia di Arc’teryx inizia molto spontaneamente.
Tutto comincia a North Vancouver, un paradiso della montagna situato nella British Columbia del Canada, dove l’alpinista Dave Lane, insoddisfatto dei prodotti in commercio, decide di produrli in proprio.

Nel 1989, quindi, lo sportivo inizia a creare all’interno della sua abitazione attrezzature da arrampicata come imbracature e sacche sotto il nome di Rock Solid Manufacturing. Ben presto i suoi amici, incuriositi dalla start up, fanno richiesta di questi articoli e così nel 1991, grazie all’aiuto dell’esperto collega Jeremy Guard, quella piccola azienda casalinga diventa un vero e proprio brand chiamato Arc’teryx.

Questo curioso nome non è frutto della fantasia dei due, bensì si ispira all’Archaeapteryx, un dinosauro del periodo Giurassico Superiore che rappresenta il passaggio tra rettile e uccello, e di conseguenza simboleggia l’unione tra terra e cielo. Proprio per questo, il marchio si è identificato nella specie, riprendendo l’idea di innovazione ed evoluzione all’interno del settore outdoor, a tal punto da dedicargli persino il logo.

Una volta gettate le basi di questa realtà e fatte le prime esperienze, comincia ad arrivare anche il successo, più precisamente nel momento in cui vengono concesse le licenze GORE-TEX e Polartec, grazie alle quali è possibile fabbricare capi d’abbigliamento e accessori estremamente performanti e all’avanguardia in termini di funzionalità e tecnicità.

Questi punti di forza, che vanno aggiunti a un rapporto qualità-prezzo imbattibile, permettono al brand di scalare immediatamente la vetta della categoria outwear. Nonostante la continua sperimentazione e ricerca nello sviluppo di nuovi processi produttivi sempre più sofisticati, la missione del brand è però rimasta invariata: offrire soluzioni semplici a problemi complessi.

Un’altra componente fondamentale che risiede nel DNA del marchio è l’attenzione per le problematiche sociali e ambientali. Periodicamente, infatti, vengono intraprese numerose iniziative volte a sensibilizzare la popolazione nell’ambito della sostenibilità, attivandosi nella salvaguardia della natura e nel riciclo dei materiali. Proprio quest’ultimo punto viene portato avanti dal 2019 in modo costante tramite il programma Arc’teryx Used Gear, che consiste nel rimborsare parzialmente chi porta nei suoi punti vendita degli Stati Uniti capi usati che possono essere riconvertiti.

Tutti questi fattori, uniti a una buona dose di passione, hanno fatto sì che Arc’teryx diventasse un piccolo impero con oltre mille dipendenti, trentadue flagship store e più di tremila rivenditori autorizzati.

Attualmente l’azienda si suddivide in tre sub-label specializzate: la prima ovviamente rappresenta la prima linea ed è la più commercializzata; la seconda prende il nome di Arc’teryx LEAF (Law Enforcement & Armed Forces) ed è caratterizzata da una forte ispirazione militare che gli è valsa la distribuzione per alcune forze dell’ordine; la terza invece, fondata nel 2009, si chiama Arc’teryx Veilance e si impone come linea top di gamma, contraddistinta per un approccio luxury-outwear.