Diciamolo, Lil Uzi Vert non poteva scegliere momento migliore di questa quarantena per pubblicare, non un album, bensì due e darci così l’impressione di non buttare via quell’ora e 45 al giorno che passiamo ad ascoltare “Eternal Atake (Deluxe) – LUV vs. The World 2”.
Capire dove finisce uno e inizia l’altro non è semplice, l’unica risposta potremmo forse trovarla nella data in cui questi brani sono stati realizzati. Molte delle tracce presenti nella Deluxe appartengono infatti al 2017 e le avevamo già conosciute tramite i leak che non sono mai mancati; si tratta di tracce pulite, con pochi sample e molti ospiti, esattamente il contrario di ciò che troviamo nella prima parte.
È impossibile capire cosa sia successo alla musica di Lil Uzi in questi 3 anni di assenza, difficile dare spiegazioni alle mosse di un artista quando in mezzo a queste si trova la volontà invadente di un’etichetta discografica. Uzi però ce l’ha fatta, ha vissuto la sua abbondante dose di quarantena e ne è uscito con un progetto impeccabile, pensato al millesimo, e talmente vasto da farci impiegare del tempo prima di poter dire di averlo esplorato tutto.
Se conoscete Lil Uzi saprete sicuramente una cosa: è un maniaco dei dettagli, della ricerca, e riesce a dare ai suoi progetti non una, non due, ma molteplici vite, significati e interpretazioni. È per questo che, dopo aver ascoltato con cura questa rosa del deserto, vorremmo farvi soffermare su alcuni aspetti necessari per poter mettere “Eternal Atake (Deluxe) – LUV vs. The World 2” nel vostro bagaglio culturale.
La storia dell’artwork
Quando abbiamo visto la cover del progetto ci è preso un soffio al cuore. Il riferimento a “LUV vs. The World” è stato fulminante e ci ha riportato dritto al 2016, quando Uzi cacciò fuori quello che è di gran lunga uno dei suoi progetti migliori.
“Scott Pilgrim vs. The World” è il fumetto – nonché film – da cui la copertina e il titolo del disco hanno preso ispirazione. Questo racconta le avventure di un ragazzo alle prese con gli ex fidanzati della giovane misteriosa che gli ha rubato il cuore ed è la storia più azzeccata per ciò che in quel momento stava orbitando attorno alla testa di Uzi. È da qui che nasce il carattere cartoonesco che lo accompagnerà negli anni, ed è ancora da qui che abbiamo compreso che Brittany, nei progetti del rapper, sarebbe stata una costante.
Uzi ce l’ha ancora in testa, Brittany, letteralmente sopra, adagiata sui suoi capelli prima viola e adesso gialli. È vestita di viola, così come i membri di Heaven’s Gate, e gli porge sulla fronte la chiave della vita eterna. Ora come allora a Lil Uzi importa soltanto di lei, ma quello che è cambiato è ciò che lo circonda. Se prima attorno a lui vedevamo soldi, ragazze, riflettori e invidiosi, ora il rapper ha soltanto le stelle, l’universo che ha raggiunto nel trailer del disco, diretto al pianeta alieno da cui proviene. Tutto ciò si traduce in qualcosa di semplice ma oggettivo: il suo successo non è più il fenomeno del momento, si è piuttosto consolidato nell’eternità.
Le scuse a Brittany
Quella di Brittany Byrd non è una figura che può passare inosservata, perché si tratta di quel filo inafferrabile che corre dentro ai dischi di Lil Uzi fin dai primi incisi. Un punto forte quanto debole che si riversa in questo disco in una marea di scuse.
La storia d’amore, nata nel backstage di un suo concerto – in quegli effettivi venti minuti raccontati in “20 Min” – ha accompagnato la carriera di Lil Uzi prima e dopo la loro separazione, ed è stata segnata da un punto di rottura chiamato “XO Tour Llif3”, apice della capacità artistica di un rapper che ha sempre fatto tutto fuori dagli schemi. Ora Brittany è tornata, la foto postata su Instagram in cui la ragazza si diceva orgogliosa di lui ci aveva un attimo confuso, ma all’ascolto del disco si è reso tutto più chiaro.
“I’m Sorry” è il brano con cui inizia la fase Renji, preceduta da Baby Pluto e seguita dal Lil Uzi OG che si fa spazio da “Urgency” in poi. Renji porta sul beat il carattere più intimo e dolce dell’artista, che decide di lasciarsi andare e chiedere perdono per tutto ciò che ha detto in passato e che può averla ferita. Ma non importa che si tratti di Renji, Baby Pluto o Lil Uzi, Brittany la troverete sempre e comunque tra le virgole delle sue strofe.
Il sequel di “XO Tour Llif3”
Andare a toccare un brano come “XO Tour Llif3” era una mossa azzardata e pericolosa fin dal principio, certo non ai livelli di Young Thug con il remix di “Rocket Man”, ma il passo falso era dietro l’angolo. Il singolo, che ha raggiunto il 7° Disco di Platino lo scorso anno, rappresenta un punto saldo del legame instaurato tra Lil Uzi e i fan, e quando ha accennato all’esistenza di un sequel siamo tutti rimasti intrepidi in attesa. Il rapper poi ce lo ha regalato davvero, nascondendolo sotto il titolo di “P2” e mettendolo alla stessa 16° posizione in cui lo abbiamo trovato in “Luv Is Rage 2”.
E arrivati a quella traccia in modo spontaneo, dopo aver attraversato tutte le personalità di Lil Uzi, le nostre difese si sono letteralmente distrutte e ci siamo convinti che il rapper aveva fatto di nuovo la mossa giusta.
Si tratta sicuramente di uno dei brani più importanti e significativi di tutto il disco, Uzi non lo ha voluto snaturare, lo ha semplicemente riscritto con le emozioni di oggi, campionando il singolo originale e lasciando intatto quel I don’t really care… che riconosceremmo ovunque.
I sample scelti per il disco
La ricerca che Lil Uzi e suoi produttori hanno fatto per andare a trovare il sample giusto è stata a dir poco meticolosa. I brani ripescati non sono da sottovalutare: ci guidano infatti tra le passioni del rapper, nella sua follia e attraverso gli idoli – come Lil Wayne – a cui ha voluto rendere omaggio.
Andando per ordine, le bonus track che già conoscevamo, “Futsal Shuffle 2020” e “That Way”, campionano rispettivamente “Boredom” di Tyler, The Creator e l’inconfondibile “I Want It That Way” dei Backstreet Boys. Tra le nuove tracce troviamo invece i sample di “Way Back” di Travis Scott in “Prices”, di “raindrops (an angel cried)” di Ariana Grande in “Celebration Station” e di “Baby Got Back” di Sir Mix-A-Lot in “Homecoming”, mentre per i featuring Uzi ha scelto “Run It Up” dello stesso NAV in “Leaders” e “BM J.R.” di Lil Wayne nel brano “NO AUTO” con Lil Durk. Chief invece, per realizzare il beat di “Chrome Heart Tags”, ha voluto campionare il suo singolo “You & Me” e l’inedito “Skkrt Skkrt Skkrt”.
Indubbiamente tra tutte le scelte possibili, ciò che non può non saltare all’occhio in “You Better Move” sono gli effetti sonori di 3D Pinball: Space Cadet, il gioco del flipper presente sui pc Microsoft.
Insomma, Lil Uzi ci ha scaricato addosso in una volta sola tre anni di lavoro e solo adesso che possiamo toccarlo con mano gli perdoniamo tutte le false illusioni. E non per mettere fretta, ma il rapper di progetti ne ha ancora da parte: Lil Baby, A Boogie With da Hoodie, i 100 brani con Playboi Carti. È solo questione di tempo, il 2020 per Lil Uzi Vert è appena iniziato.