Gli sponsor del calcio: le criptovalute

Vi avevamo raccontato già parecchi mesi fa dell’avvento di nuove realtà digitali nel mondo delle sponsorizzazioni sportive, e specificatamente di quanto fosse ormai inevitabile che alcune piattaforme di criptovalute incominciassero ad avvicinarsi al mercato statunitense, soprattutto in NFL e nella NBA. Non c’è voluto molto perché queste compagnie operanti nel settore innovation&technology iniziassero a diventare sempre più popolari anche nel panorama calcistico europeo, dove già qualcuno aveva iniziato a sperimentare i pagamenti tramite bitcoin, come nel caso del trasferimento di David Barral al Dux Internacional de Madrid. I primi approcci in realtà risalgono addirittura al 2018, quando Socios.com era riuscita a stringere delle importanti partnership con Juventus e Paris Saint-Germain, subito attratte dalla possibilità di poter far schizzare i propri ricavi e di trovare nuovi potenziali tifosi attraverso la diffusione dei fan token, ma è stato il 2021 l’anno in cui le criptovalute hanno fatto registrare una diffusione così massiccia.

L’esempio più eclatante è forse quello che ha riguardato l’Inter, che per il post Pirelli ha siglato un importante accordo proprio con Socios.com, che dalla stagione 2021/2022 è il nuovo Global Main Jersey Partner dei nerazzurri. A rendere tutto più complicato per i tantissimi tifosi, che oltre allo shock di non vedere più la patch a cui si erano abituati per oltre 25 anni non hanno ancora compreso qual è il settore di riferimento del nuovo sponsor di maglia e di cosa si occupa veramente, va precisato che la partnership è stata stretta con Chiliz $CHZ (e anche di questo ne avevamo parlato in un articolo dedicato), leader mondiale tra i fornitori di tecnologia blockchain per l’industria dello sport e dell’intrattenimento. Attraverso questa partnership, il club promuoverà sulla maglia gara il fan token $INTER, che sarà presto lanciato sul mercato come già successo per tante realtà simili.

L’accostamento di Socios.com ricorda infatti moltissimo quello avvenuto con il Valencia, un’altra grossa squadra europea molto sofferente dal punto di vista economico e per cui la società che fa capo ad Alexandre Dreyfus è letteralmente venuta in soccorso con una provvidenziale iniezione di denaro. In ballo c’è la sponsorizzazione delle maglie da gioco, ma anche la possibilità offerta ai tifosi possessori del gettone virtuale $VCF di interagire e indirizzare alcune scelte importanti come il design dei kit delle stagioni future. Si tratta di una tendenza che non è affatto casuale: i club hanno sempre più bisogno di soldi dopo la crisi conseguente alla pandemia, mentre le neonate società che si occupano dello scambio di criptovalute hanno necessità di farsi conoscere in fretta e non c’è modo migliore che legarsi al mondo dello sport per ottenere spazio e visibilità.

La confusione e la curiosità scaturite dall’invasione di nuovi termini e nuove dinamiche di marketing, quasi tutti sconosciuti fino a qualche mese fa, non ha riguardato solamente la rivoluzionaria estate dell’Inter, ma quasi tutte le big della Serie A, e non solo. La Juventus ad esempio, qualche giorno fa, ha svelato il suo primo sleeve sponsor di sempre e non è un caso che si tratti di una società asiatica di cryptocurrency exchange, Bitget (nell’accordo è compresa anche la presenza del marchio in alcuni post, come quello che annuncia i convocati); una mossa molto simile a quella che riguarda il Milan, il quale ad agosto aveva annunciato l’intesa con un’altra piattaforma di criptovalute che ha trovato posto sulle maniche delle maglie da gioco, BitMEX. Le criptovalute sono arrivate anche in Liguria dove Bitci.com ha debuttato come retro sponsor sui kit dello Spezia: la compagnia turca è già sleeve sponsor dei Wolves, in Premier League, e main sponsor del Cadiz, nella Liga spagnola.

Le due romane, invece, avranno un collegamento ancora più evidente con il mondo delle valute digitali, visto che si tratta di due nuovi main sponsor. Quello della Roma è DigitalBits (già sleeve sponsor dell’Inter), frutto dell’accordo triennale con la società di blockchain Zytara Labs in collaborazione con DigitalBits Foundation; mentre quello della Lazio è stato appena presentato e deve fare ancora il suo esordio ufficiale, ma si tratta di Binance, un ecosistema leader di blockchain e fornitore di infrastrutture per criptovalute, con milioni di utenti in tutto il mondo. Leggere certe cifre in un periodo economico così delicato fa davvero effetto. I biancocelesti, che da parecchi mesi non avevano uno sponsor sul petto, hanno firmato un contratto biennale con opzione per il terzo e incasseranno circa 30 milioni di euro, ma è solamente il primo dei benefici di questo affare. Secondariamente si tratta di una partnership instaurata anche per rafforzare l’identità del club sul campo digitale e che permetterà di entrare in contatto con nuovi tifosi e follower di tutto il mondo, come mai prima d’ora. Come la Lazio anche l’Inter Miami CF di David Beckham era alla ricerca di uno sponsor, e grazie a una crypto-finance company è riuscito a colmare questo vuoto firmando con XBTO, di fatto il primo front-of-shirt partner nella breve storia della franchigia statunitense.

Guardare nella direzione di bitcoin, token, blockchain e criptovalute non è un discorso che ha riguardato solamente le squadre di calcio alla disperata ricerca di liquidità, ma anche una Lega come quella di Serie A, che già in occasione della scorsa finale di Coppa Italia si è accordata con Crypto.com. Si tratta di un’operazione molto singolare perché l’app tra le leader nel settore (già legata ai Philadelphia 76ers, al team F1 di Aston Martin e all’International Ice Hockey Federation) non solo ha già brandizzato la partita tra Atalanta e Juventus, ma in seguito ha anche ottenuto la cessione dei diritti di sponsorizzazione relativi al Video Assistant Referee (VAR) e alla Goal Line Technology (GLT), che permetteranno alla società di spuntare continuamente sulle grafiche virtuali durante i match del campionato. All’interno di questa partnership, che punta forte ad incrementare l’audience del nostro calcio, aumentando la fan base e l’eco a livello internazionale in modo da generare rapidamente engagement, sono ricompresi anche gli NFT con una collezione pensata ad hoc. Vi avevamo ampiamente parlato del boom dei Non Fungible Token, soprattutto di come sono nati e come funzionano all’interno del mondo dello sport.

L’accordo con la Lega Serie A non è ovviamente rimasto un caso esclusivo visto che recentemente anche Socios.com ha strutturato un piano simile con un altro campionato prestigioso, questa volta con LaLiga. Ma d’altronde questa nuova frontiera ancora per certi versi misteriosa e inesplorata è destinata a continuare e a crescere ancora negli anni, modificando inevitabilmente i connotati delle maglie da calcio come le abbiamo viste fino ad oggi. Non c’è dubbio che il connubio tra il mondo fintech e quello calcistico rappresenti non solo il presente ma il futuro dell’estetica dei kit, visto quanto sia determinante la presenza di uno sponsor quando si tratta di giudicare (ma anche di ricordare) una maglia. Le criptovalute rappresentano il nuovo ciclo dopo quello che ha visto protagonisti marchi locali provenienti dal mondo gastronomico-alimentare tra Ottanta e Novanta, quelli di prodotti tecnologici tra Novanta e Duemila e, nell’ultimo decennio, quelli legati alle cosiddette betting companies, sempre più al bando negli ultimi mesi. Si tratta di un’inevitabile fase evolutiva, di un trend destinato a durare nel tempo al quale finiremo per abituarci. Le uniche perplessità, semmai, riguardano la sfera legale di alcune operazioni e alcune attività, talmente nuove e innovative da non essere ancora state regolarizzate o autorizzate in certe parti del mondo: è notizia di qualche giorno fa infatti che la Banca Centrale Cinese ha vietato ogni tipo di transazione in criptovaluta perchè troppo rischiose e facilmente riconducibili a speculazioni finanziarie: come è descritto bene in questa recente analisi apparsa su Fanpage, Binance non ha potuto far altro che togliere lo yuan dalla propria piattaforma. Alla stessa piattaforma era stata già tolta dalla CONSOB l’autorizzazione a prestare servizi e attività di investimento in Italia e ricevuto segnalazioni dagli organi di vigilanza di Malta, Germania e Inghilterra.